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dello specchio di penitenza. ix

tista Reti e con uno di Bernardo Ravanzati, aggiuntavi di nuovo una Omelia d'Origene ec. — Venezia, Gio. Batista Bonfadino, 1608. — 1 vol. di pag. in tutto 400.

Il Gamba passò giustamente in silenzio questa ristampa di ristampa, in cui nulla e forse di notabile se non la ripetizione degli errori che si trovano in quella del 1586.


Lo Specchio di vera penitenzia di Fr. Iacopo Passavanti ec. (coll'Omelia di Origene.) — Firenze, pel Vangelisti, 1681. — 1 vol. in-12., di pag. in tutto 434.

Precede una dedicatoria di Alessandro Segni Al serenissimo Principe di Toscana. Gli Accademici del 1725 cosi ne ragionano: «Verso la fine del passato secolo, cioè nel 1681, per comandamento del serenissimo Gran Duca di Toscana Cosimo III...., fu ristampata quest'opera coll'indirizzamento del senatore Alessandro Segni, allora vice-segretario dell'Accademia della Crusca. Ma occupato il Segni nel grau lavoro del Vocabolario, di cui in quel tempo appunto colla sua assistenza principalmente s’andava preparando la nuova ristampa, non vi si potè con tulla la necessaria diligenzia applicare, sicchè scevra da lutti i passati difetti uscisse fuori questa edizione, ed anche di nuovi, per l’inevitabile disavvedutezza degli stampatori, sformata non rimanesse» (pag. VIII-IX)


Lo Specchio ec. — Colla data di Firenze, ma fatta in Napoli, 1723 (gli Accademici scrivono 1722). — I vol. in-8.

Precede una dedicatoria del noto Cellenio Zacclori (Lorenzo Ciccarelli di Piedimonte d’Alife) a Donna Aurora nata principessa di Sanseverino. Il Gamba, lodandone l’editore, sembra implicitamente raccomandarla; ma gli Accademici, giustamente sdegnati per le menzogne del Ciccarelli, ne fecero un'assai grave censura; di cui riportiamo quella parte che dimostra come la stampa di Napoli desse occasione alla fiorentina del 1725: «Ultimamente, nel 1722, si è veduto in istampa lo Specchio di Penitenza, portante in fronte la data di Firenze, l'insegna dell’Accademia della Crusca, e l'asserzione di essere stato dalla medesima Accademia corretto e riveduto. La qual cosa quanto al vero sia repugnante e lontana, niuno sarà che malagevolmente s'induca n crederlo, il quale sappia che quelle Opere quali escono di giorno in giorno alla luce coll'approvazione di essa Accademia, debbono necessariamente d’alcuno autentico documento essere corredate; come nel Dante, e negli altri libri a nome di essa dati alla luce, facilmente ravvisare si puote. Ma in celesta edizione, oltrechè mancano i suddetti documenti, tali scorrezioni tratto tratto sparse per entro il testo medesimo si ravvisano, che quasi nulla differenze dalle passate la rendono; e chiarissimo argomento sono che ella non fu mai sottoposta alla censura di quella celebre Accademia, la quale permesso certamente non avrebbe che rotali sconci difetti pur coll'autorità sua Confermati restassero e accreditati.... (Qui seguono le esemplificazioni).... Laonde, affinche con tale impostura non fosse il pubblico pregiudicato, e una si pregiata scrittura, già da tanto tempo colle cattive stampe sconciamente guasta e contraffatta, alla natia bellezza e purità sua fosse ricondotta, è stato giudicalo dover riuscire non meno gradita che utile impresa agli studiosi della lingua nostra il darla novamente alla luce. (Prefaz., pag IX-X)