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distinzione quinta. — cap. iv. 115

sacramento, insino a tanto che non è riconciliato dalla santa Chiesa, che si riconcilia per l’assoluzione della scomunicazione. Onde colui che assolve, dice: Absolvo te a vinculo excommunicationis, et restituo te sacramentis Ecclesiae: Io t’assolvo dal legame della scomunicazione, e restituiscoti a’ sacramenti della Chiesa. Quasi dica: Tu eri prima legato, e io ti scioglio; eri spartito e privato da’ sacramenti della Chiesa, e io vi ti ristituisco e rendo. E avvegna ch’io dicessi che ’l confessoro prosciolga o prima o poi la persona da quegli peccati che puote, rimandandolo a colui c’ha maggiore autorità di prosciogliere, come sono i vescovi o loro vicarii, o penitenzieri di Roma; tuttavia mi piace più, e parmi che si facci con migliore ordine, che prima si mandi la persona dal confessoro a farsi1 prosciogliere di que’ peccati de’ quali non puote egli, e poi ritorni a lui, come dissi della escomunicazione. Sono alcuni che venendo il peccatore a confessarsi, innanzi ch’egli oda gli altri peccati, domandano se egli ha fatto alcuno di quegli peccati che sono riservati da’2 vescovi, de’ quali non si possono intramettere; e udendo che sì, mandano via il peccatore, dicendo che nol possono prosciogliere, e che vada a tale confessoro che ’l possa prosciogliere di tutti i suoi peccati. Similmente fanno alquanti quando odono, nel principio della confessione o nel mezzo, alcuno peccato di che non possano assolvere, o di che non debbano (come sarebbe di quegli ch’avessono l’altrui, o che stessono in adultéro, o che avessero a fare vendetta, e non fossono disposti a perdonare o a lasciare il peccato, o di simili cose), non lasciano il peccatore procedere più innanzi colla confessione, dicendo: – Non dir più, ch’io non ti proscioglierei d’alcuno tuo peccato; – e così lo mandano via, non lasciandolo compiere la sua confessione. Questi cotali non fanno bene né discretamente in ciascuno de’ detti casi; imperò che ’l pecca-

  1. Il Testo: a farlo.
  2. Ediz. 95 e 83: a'.