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80 distinzione quarta. - cap. i.

me ne dispero, disse il frate; anzi ho grande fidanza che Dio t’ha perdonato, e accetterà la tua buona penitenzia: e infino a ora io t’ingiungo per penitenzia, che tu m’aspetti, e torni a me, fatta la seconda predica. Rimase la donna nella chiesa, aspettando il confessoro: e in questo mezzo ripensando i peccati suoi, tanto dolore la compunse, tanta tristizia lo quore le strinse, tanto pianto soprabbondò, che la natura nol potè sostenere: anzi le scoppiò il quore, e cadde morta. Fu fatto assapere al confessoro quello che era intervenuto della pecatrice: il quale, con grande compassione e cordoglio, la raccomandò al popolo al quale egli predicava. E facendo tutti orazione per lei, innanzi che fosse seppellita, venne una boce da cìelo e disse:1 Non è bisogno di pregare per questa donna, ch’ ell’è in cielo davanti a Dio, e puote ella pregare meglio per voi. Donde tutta la gente rendè loda a Dio, che secondo la sua misericordia salva i peccati.


CAPITOLO SECONDO.


Dove si dimostra donde si dica questo nome contrizione; e quale è la differenza tra contrizione e attrizione.


La seconda cosa che séguita a dire della contrizione, si è donde si dice questo nome contrizione. E dicono i dottori che si dice da conterere, vel conterendo; cioè da tritare: come noi veggiamo in queste cose corporali, che alcuna cosa si dice trita quando si divide e rompe in minime parti, sì che non vi rimanga niente del saldo. Così il quore del peccatore, il quale il peccato fa duro, intero e ostinato nel male, quando ha sofficiente dolore e dispiacere del peccato, quasi si rompe e trita in tale maniera, che l’effetto del peccato non v’ ha parte né luogo veruno dove possa rimanere. E questo dolore

  1. E disse è nella stampa del primo secolo. Men bene il Salviati: che disse.