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distinzione quarta. - cap. i. |
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la quale dalla sua fanciullezza, per colpa della disonesta madre, ispose il corpo suo a peccato. Il nome suo era Tais; ed essendo bellissima e famosa1 meretrice, molti venivano a lei di diverse parti, e a molti era cagione di perdizione d’anima e di corpo. Udendo l’abate Panuzio, probatissimo monaco e di grande santitade, la fama anzi la ’nfamia di questa peccatrice, increscendogli della dannazione sua, e di coloro ch’ella traeva2 a peccato, pensò di porre rimedio a tanto male. E con gran fidanza della grazia e della guardia di Dio, prese abito di mercatante, e pósesi allato una borsa con danari. E venendo alla città dove Tais era, e richiedendola di peccato, le diede il prezzo ch’ella chiese. E entrato in una camera dov’era uno ricco e ben fornito letto, e invitato da lei dell’atto disonesto, domandò il padre santo se in quella casa era altro luogo più segreto che quello. E rispondendo ella di sì, domandò lui3 perché andava egli ricercando un altro più segreto luogo: con ciò sia cosa che, s’egli temeva gli occhi degli uomini, quel luogo era ben chiuso e celato da ogni gente; se temea degli occhi di Dio, che ogni luogo era a Dio aperto e palese. Disse l’abate: Or credi tu che sia Iddio che tutte le cose vegga? Rispose la peccatrice, che sì; e credea che fosse il paradiso e ’l reame del cielo, dove Dio riguiderdonerebbe4 i giusti; e lo ’nferno, dove si tormenterebbono i peccatori dannati. Allora disse santo Panuzio: Se questo tu credi, come sta’ tu qui nel peccato, per lo quale tu sarai dannata alle pene dello’ nferno, e se’ cagione della dannazione di molte anime, delle quali ti converrà rendere ragione e patire pena della loro dannazione? Alle quali parole compunta la peccatrice e di lagrime piena, si gettò a’ piedi del santo abate, domandando mercede e penitenzia. Alla quale prima co-
- ↑ Il Manoscritto: e formosa.
- ↑ Lo stesso, non bene: e di coloro che la traevano.
- ↑ La migliore delle lezioni, e già ricevuta dal Salviati.
- ↑ Il Salviati: riguidardonerebbe; e il nostro Testo omettendo una sillaba riguerdonerebbe.