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capo sesto 55

boccetta, Antonino Suppa, Giuseppe Musitano, Francesco Logoteta e Filippo Furnari. A costoro adunque si rivolse il Carmignano, con esortarli che dovessero abilitare i tre cittadini da lui raccomandati; ma sei degli otto, quali furono il Rodino, il Laboccetta, il Suppa, il Musitano, il Logoteta, ed il Furnari, fermi nel loro diritto, non vollero compiacere per niente alle pretensioni del Carmignano. Della qual cosa punto costui vivamente, dichiarò nullo l’uffizio de’ detti sei Deputati, e confermando solo il Melissari ed il Genoese, fece elegger di sua volontà altri sei che fossero più deferenti alle sue pratiche, ed amici o parenti de’ tre cittadini da abilitarsi. I sei nuovi deputati furono Giuseppe Granata, Domenico Sirti, Domenico Sarlo, Carlo Plutino, Francesco Ferrante, e Domenico del Giudice. Ma nemmeno con questo mezzo ottenne il Carmignano l’intento suo; perchè de’ sei nuovi deputati tre negarono il voto a’ suoi candidati; e furono Domenico del Giudice, Francesco Ferrante, e Carlo Plutino. Di che tanto s’inacerbì il Consigliere, che appena finita la sessione, dispose che i tre renitenti al suo desiderio fossero presi e chiusi nel castello, colla guardia a vista, e coll’ordine di non potere parlar con persona.

Ciò fatto il Carmignano, compilò a suo modo una relazione al Vicerè, esponendogli che i Deputati per fini particolari non vollero abilitar quelli che se lo meritavano quasi di dritto, il che ridondava a sommo pregiudizio de’ nobili non abilitati. Ma i Deputati non si dieder per vinti, ed essi ancora fecero palese al Vicerè che il consiglier Carmignano voleva imporre loro la sua volontà, e violare i diritti dell’Università, e la libertà dell’elezione. Laonde il Collateral Consiglio, temperando la cosa, ordinò che di nuovo si tenesse l’abilitazione; e questa si tenne col fatto addì ventuno di giugno, dopo che da Napoli colla stessa posta vennero approvati a nuovi sindaci Domenico del Giudice, Giuseppe Granata, ed Antonino Morisano. Tra i nuovi abilitati furono il capitano Giuseppe Miceli, e Cesare Canizoni, ma molti de’ patrizii ricusarono di farsi abilitare, tenendo come illegittimi i Deputati eletti sotto la prepotente influenza del Carmignano. Per i quali fatti costui tanto era in uggia a’ nobili, quanto amato da’ civili e da’ popolani.

FINE DEL LIBRO SETTIMO.