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   52 libro settimo

spinse un’armala navale contro Palermo, e l’occupò. Perciocchè il conte Annibale Maffei Vicerè di Sicilia, non avendo forze a bastanza per rintuzzare il subito ed impetuoso attacco degli Spagnuoli, dovette ceder la piazza. E prese consiglio di porre in vigorosa attitudine Siracusa, Messina, Trapani, e Milazzo, alle quali gli Spagnuoli, presa Catania dopo Palermo, posero il blocco. Questo brusco tratto della Spagna mosse l’indignazione delle altre potenze, le quali addì due di agosto del 1718 strinsero fra loro una lega, che chiamarono Quadruplice Alleanza. E frutto di essa fu un trattato, che dettò nuove condizioni all’Italia; poichè togliendo la Sicilia e la Sardegna alla Spagna, diede la prima all’Imperator d’Austria, la seconda a Vittorio Amedeo. A questo re nondimeno mal garbava il cambio della Sicilia colla Sardegna, ma gli fu forza accettarlo. Dopo di che una flotta inglese sotto il comando dell’ammiraglio Bing, che già da più tempo incrociava minacciosa ne’ mari di Sicilia, cominciò ad investire alla spicciolata le navi spagnuole, e quali squarciava ed affondava, quali serrava in fuga, quali stringeva a dar in secco. Cionompertanto la cittadella di Messina, ed il forte del Salvatore dovettero arrendersi agli Spagnuoli il dì vigesimonono di settembre; i quali subito dopo andarono a campo contro Milazzo. Donde i generali Carafa e Veterani tentarono indarno, anzi con grave lor perdita, di cacciarli.

Tutte le piazze forti però, e la stessa Milazzo tenner fermo lo stendardo imperiale. Il general conte di Mercy, che stava ad ordine in Reggio con un fresco esercito di diecimila tra tedeschi e napolitani, effettuò senza ostacolo uno sbarco in Sicilia; ed unitosi alle altre truppe che quivi erano, fece che la forza imperiale divenisse imponente; e si accampò alla Scaletta, a non molto da Messina. Ma in ultimo l’Inghilterra e la Francia, mal comportando che le protratte ostilità della Spagna, a cui dava sospinta l’Alberoni, tenessero accesa l’Europa, intimarono di accordo la guerra a quella potenza. Giunsero in questo mezzo dall’Austria altri diecimila uomini, e posero in terra presso Patti. A questo gli Spagnuoli sciolsero l’assedio di Milazzo, e fecero massa in Francavilla. E tuttochè ivi avessero avuto il vantaggio in un’avvisaglia col general tedesco Mercy, nondimeno rinvigorendosi l’esercito imperiale co’ soccorsi, che di continuo arrivavano da Reggio (ove alle truppe che passavano in Sicilia succedevano le altre che soprarrivavano da varii punti d’Italia) andò gagliarda ad osteggiar la gagliardissima Messina. Conobbero allora gli assediati aver duro partito, nè potere sperar soccorso da Spagna; perchè i passi erano pigliati dall’armata inglese, che vi-