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   48 libro settimo

sero prese in contrabbando, con lasciar libere però le persone. Di ciò il Capitolo della Cattedrale fece tanto scalpore che re Filippo V con sua real cedola del dicembre del 1701 inculcò che si venisse ad onesto componimento: onde l’editto del 1696 restò senza effetto. Per conoscer la seta franca dall’addaziata i Canonici solevano denunziare alla Curia Arcivescovile la quantità de’ bozzoli ricavati dalla loro industria ne’ fondi ecclesiastici; ed ivi coll’intervento degli arrendatori, in presenza dell’Arcivescovo e suo Vicario, se ne verificava la denunzia. E computandosi quanta seta potesse trarsi da tali bozzoli, per tanta si spedivano dalla Curia le bollette o cartelle di franchigia. Tal seta poi, in vista della fede de’ Vicarii, e colla ricognizione e consenso degli arrendatori regii, si estraeva da Reggio liberamente.

Al finir del secolo decimosettimo moriva Carlo II senza figliuoli; ma mediante gl’intrighi della Corte francese, contro le insistenze di Leopoldo Imperator d’Austria, (che aveva ragioni, perchè fosse chiamato erede l’Arciduca Carlo suo figliuolo secondogenito) elesse a succedergli il duca d’Angiò, secondogenito del Delfino di Francia. Onde ne veniva l’eventuale possibilità che le due corone di Spagna e di Francia potessero unirsi in una stessa persona. Nondimeno sinchè il suo erede non ne prendesse il possesso, volle Carlo che una Giunta, preseduta dalla Regina vedova, e composta di supremi Consiglieri e di grandi di Spagna, tenesse il reggimento della monarchia. Da ciò nacque quella famosa guerra della successione di Spagna, che sconvolse, e riempì di stragi l’Europa. Alla qualità ed autorità del nuovo re, che fu Filippo V, niuna opposizione fu fatta ne’ dominii d’Italia, niuna in Napoli ed in Sicilia. Ma si prevedeva che nè l’Austria, la quale vi avea giuste pretensioni, nè l’Inghilterra e l’Olanda avrebbero comportato a Filippo tanto successo; si prevedeva che grosse e sanguinose pugne avrebbero senza dubbio a seguitarne. Ed a guerra sollecita e fierissima si preparavano ed Austria e Francia. Ed Austria e Francia domandavano al pontefice l’investitura del Regno, e mandavano la chinea; ma il papa nè dava la prima, nè la seconda accettava. L’aver egli negata l’investitura a Filippo V diede cagione a’ malcontenti del Regno di volger l’animo contro questo re; affermando che senza l’investitura pontificia il dominio di Filippo non poteva tenersi legittimo. Oltre a questo la corte di Vienna avea già tentato di torcere i popoli dall’ubbidienza del nuovo sovrano, insinuando loro qual legittimo erede l’Arciduca Carlo. Parecchi fra i più potenti baroni regnicoli amavano le novità, e s’argomentavano di poter ormai coll’appoggio degl’Imperiali