Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/34

   24 libro settimo

lire e sospendere l’azione governativa, e non si fece più caso della rimozione del Governatore di Reggio.

Non ignorava costui le istanze che la città avea fatte per mandarlo via, e confidando nella molta protezione che aveva in Corte, in vece di far modo alle sue malvagità e prepotenze, ognor più imperversava a danno de’ cittadini. E giunse a riferire al regio governo che Reggio già da più mesi era in umore di ribellarsi, al che non aspettava che il destro. E per dar faccia di verità alle sue assertive mostrava un continuo sospetto di prossima sollevazione, e si metteva in riguardo. Anzi un bel dì, tutto ad un tempo, fece chiuder le porte della città, non lasciandone aperta che una sola, per la quale dovesse entrare ed uscir la gente, con non ordinario incomodo e disturbo de’ cittadini e de’ foresi, che per loro faccende, e per lo scambio dei traffichi andavano e venivano. Possedeva Reggio in virtù dei suoi antichi privilegi un territorio detto San Noceto, che confinava colla Motta San Giovanni. Di questo territorio eransi impadroniti i Mottigiani, nè il restituirono a Reggini che dopo molti contrasti, e per ordine del Vicerè. Ma i Mottigiani, quantunque avessero accomodati alla necessità i consigli loro, tenevano a mente lo scacco, e meditavano di rifarsene a tempo più proprio. Intanto per questa ricuperazione gli abitanti di Sasperato casale di Reggio, che avevano poderi nel territorio di San Noceto, fecero le loro seminagioni alla stagione conveniente, entrandovi ed uscendo a bell’agio, avendo per fermo che non ne sarebbero più molestati come per lo passato.

Ma il duca di Bagnara Carlo Ruffo, novello signore della Motta San Giovanni, non volle riconoscere a’ Reggini il riacquisto di San Noceto, ed ordinò quindi a’ Mottigiani che con ogni mezzo, anche colle armi, impedissero a’ nostri l’entrata in quel territorio. Onde seguitò, che que’ di Sasperato fossero al continuo alle prese co’ Mottigiani; nè la città intanto pensava modo a garentire il suo diritto. Correva il sesto giorno del 1648 quando taluni di Sasperato, trovandosi sul territorio di San Noceto furon presi a fucilate da’ Mottigiani per ordine dello stesso duca, e poco meno che non restarono uccisi. La qual cosa rapportata a’ loro compaesani, tutti vennero in tale irritazione e bramosia di vendetta, che fecero proposito di coglier tempo a metter le mani o sul duca di Bagnara, o sopra alcuno de’ suoi fratelli, ch’erano principali incitatori a quelle odiose baruffe. Nè l’occasione fece aspettarsi gran pezza, mentre il dì undecimo del suddetto mese seppero que’ di Sasperato che Vincenzo Ruffo fratello del duca era in Reggio; ed aspettato che uscisse della città, un cento villani circa presero le armi, e gli corsero alle calcagna.