Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/22

   12 libro settimo

fece importanti modificazioni alla sua legge organica del 1473. Moltissime frodi, disordini, e sconvenienze prevalevano già da molto tempo nella elezione degli uffiziali municipali di Reggio; onde avveniva che il governo della città fosse per lo più abbandonato agl’intriganti, e tolto il debito onore e grado agli onesti; con massimo nocumento delle pubbliche faccende. Per porre riparo a tal guasto dell’amministrazione, i sindaci Dottor Giuseppe Musitano, Agostino Genoese, e Placido Milea proposero in un pubblico Parlamento del primo giorno del 1636, che tale annua elezione non dovesse più farsi, come per l’innanzi, addì ventitrè di aprile, ma bensì a’ ventiquattro di giugno; e che fosse regolata e contenuta da tali leggi che il governo della città non potesse in avvenire distrarsi dalle mani dei più probi e benemeriti cittadini. Proposero inoltre un nuovo regolamento municipale acconcio a far l’effetto desiderato; e tal regolamento, discusso dal Parlamento ed approvato del regio Collateral Consiglio e dal Vicerè, fu messo in vigore ivi a due anni, ed è conosciuto col nome di Capitolazione del 1638. Ma perchè i nostri lettori abbiano di questo intera notizia, stimiamo non disutile trascriver per disteso tal documento, come fatto abbiamo per la Legge municipale data nel 1473 dal Duca Alfonso d’Aragona.

Capitolazione del 1638. I Sindaci e Deputati della città di Reggio dicono che l’elezione del governo di essa città è stato solito ultimamente farsi nel mese di maggio; e per togliere gl’inconvenienti, e le frodi che nascevano, e per il buon governo del pubblico, hanno preso espediente di far nuova forma, e nuovi Capitoli, conseguente a’ quali da oggi avante si abbia da fare detta elezione a’ ventiquatlro di giugno del presente anno, e di tutti gli anni da venire. E fra gli altri inconvenienti che risultavano, era che nel tempo predetto di maggio non intervenivano tutti li cittadini in quella, ma molti pochi, per trovarsi tutti quanti impediti nelli nutricati delle sete. Che perciò nell’elezione che si faceva, alle volte non venivano elette le migliori persone della città per la loro assenza, e per tal causa la stessa ne veniva a sentir danno, non essendo governata da tali persone, che colla loro presenza sarebbero state elette al governo di quella. E più, che facendosi detta elezione nel mese di maggio, quelli del governo non ponno prontamente fare la provista dei grani per grascia di essa città e suoi cittadini, non essendo tempo di raccolta; ma solo si provvedevano per quelli due o tre mesi sino al tempo della raccolta, e li grani li compravano a prezzi alti; e poi in tempo della raccolta non si facea provvisione per tutto l’anno, ma solamente per lo tempo che avevano essi da governare, che erano