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   30 libro primo

sì, ma pertinaci, continue e risolute conquiste di Dionisio da una Banda, e de’ Lucani dall’altra.

VI. Reggio intanto non cessava di turbare i sonni al tiranno, il quale, anelando già da lunga pezza al totale dominio dell’isola, e delle città italiote, reputava non poterne attinger la meta se innanzi tratto non riducesse a sua devozione i Reggini, la cui città era la chiave di tutta la Magna Grecia. Aveva egli allora ventimila fanti, mille cavalli, e centoventi navi. De’ quali fatta passare gran parte su’ termini della repubblica di Locri, indi prese via pel territorio di Reggio, mettendolo a sacco ed a fuoco, e le sue schiere protette dalla flotta che a tal uopo navigava rasente il lido, fecero massa presso il promontorio Reggino. Gl’Italioti, avendo avviso della ritornata di Dionisio contra Reggio, fecero immediate salpar da Crotone sessanta navi perchè porgessero efficace ajuto a quella minacciata città. Ma Dionisio, mentre l’ armata nemica era tuttavia in alto mare, le uscì a riscontro con cinquanta de’ suoi legni: e sebbene quella, a tant’urto non apparecchiata, fosse sollecita di gittarsi alla riva, non lungi dalla città, sul promontorio Artemisio, la strinse però di maniera che afferratine i legni già a terra, ne li trascinava a sè a viva forza. (Olimp. 97, 1. av. Cr. 392.). E quasi che tutti erano per venire in balia di Dionisio, quando fattosi il rumor grande, accorsevi a fretta una gran moltitudine di Reggini; i quali menatisi nella mischia riversarono sì fitta tempesta di dardi sul nemico che il costrinsero a lasciar le navi predate ed a farsi lungi dal lido. Nè s’indugiarono i Reggini a trarre que’ legni nel porto per cansarli dalle ondate del mare, che già terribilmente fortuneggiava, e li avrebbe rotti e affondati.

In questo fatto d’armi che pure fu operato da tutte e due le parti con pari valore, Dionisio perdè sette navi, e lasciò sul lido reggino non meno di mille cinquecento tra morti e prigionieri. Ed egli medesimo, fuggendo sopra una quinquereme, poco andò che non affogasse in mare, ed a stento potè ridursi, al calar della notte, nel porto di Messena. Approssimandosi poi l’inverno ritornò in Siracusa; e riconfermò l’alleanza co’ Lucani. Questa alleanza aveva lo scopo di farsi spalla nelle reciproche imprese, e d’impedire alle altre repubbliche italiote che, occupate degli assalti de’ Lucani, potessero dare aita a’ Reggini.

VII. Non molto dopo che le dette cose accadevano a vista di Reggio, i Lucani erano azzuffati co’ Turii sulle rive del Lao; i quali ultimi, comunque soccorsi da’ confederati, avendo voluto con soverchia temerità mettersi per certe scoscese gole del suolo nemico