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capo terzo 17   

e nell’Etruria ebbero incremento e perfezione prima che in Grecia, erano io Reggio condotti con delicatezza e maestria, ed assai stimati presso gli antichi. Aggiungi a questo le bellezze eterne di un clima sano e temperato, le fertili e fruttuose campagne, i saporiti e ghiotti pasti dell’essormisto e del sifia, il desto, sottile, ed industrioso ingegno de’ cittadini, e ti sarà manifesto che niente mancava perchè Reggio fosse tra le più cospicue e splendide repubbliche delle genti italiote.

IV. Ma questa pace e prosperità inestimabile cominciava ad esser turbata dalle vicende della guerra; la quale avuto principio nel Peloponneso tra Spartani ed Ateniesi, si distese poi nella Sicilia, ed infierì sullo Stretto tra i Siracusani ed i Locresi da una parte, e dall’altra gli Ateniesi ed i Reggini. Questo nacque da che i Leontini, essendo in guerra coi Siracusani e non trovando sostegno negli altri Sicilioti, deliberarono di chiamare in loro soccorso gli Ateniesi. I quali ardendo già da gran pezza di avere qualche entratura in Sicilia, colsero il destro che offeriva la fortuna, e diedero facile udita all’invito che l'oratore Gorgia faceva loro in nome de’ Leontini. Risoluto l’intervento a pro de’ medesimi, la Repubblica di Atene maneggiò di tirar dalla sua altre repubbliche della stessa Sicilia e della Magna Grecia, per conseguire maggior successo all’impresa. Delle città Siciliote, quelle di origine acaica o calcidese che dir si voglia, fra le quali era importantissima Messena, si associarono agli Ateniesi: quelle poi di origine dorica tennero co’ Siracusani, a cui porse ajuti Sparta nemica di Atene. Camarina però, avvegnachè di dorica origine, volle unirsi agli Ateniesi. Delle città italiote, Locri stette co’ Siracusani, Reggio cogli Ateniesi e Leontini. Così Messena e Reggio erano nella stessa alleanza, ed agli Ateniesi rimaneva libera l’entrata per via di Messena in Sicilia, per via di Reggio nella Magna Grecia.

Atene spedì in Sicilia un’armata di cento navi e copiose truppe da sbarco; (Olimp. 88, 2. av. Cr. 427.) comandava Carèade l’armata, Làchete lo truppe. Gli Ateniesi posarono prima nel porto di Reggio, donde, uniti all’armata reggina di altre cento navi, presero dell’alto, e si diressero per Sicilia. Ma vi corsero incontro le armate siracusane e locresi, che incrociavano in quelle attenenze; ed in un conflitto a vista di Messena e di Reggio, che lasciò dubbioso il successo, Careade fu morto. Lachete allora si ricondusse a Reggio per riparar le navi sdrucite e rifornirsi del bisognevole, ed assunto il comando del navilio in luogo di Careade, sciolse di nuovo le vele ad una co’ Reggini, e s’indirizzarono contro le Isole Eolie

     Spanò Bolani — I. 2