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annotazioni 313

alter ejus lapis graece exaratus, qui adhuc visitar ostendi. Arcontibus autem, etc.».


§. V. Via Licinia Costantina. — Il nostro Logoteta nel suo citato opuscolo riferisce in nota le parole di una lapide trovata circa il 1764 sopra una colonna milliare presso Mélito, mentre in un podere si scavavano formelle per piantarvi alberi. Da essa apparisce che una strada, la quale da Reggio conduceva per la marina al territorio locrese, fosse stata costrutta o rifatta a’ tempi degl’Imperatori Licinio e Costantino II, cioè tra l’anno cristiano 307 ed il 323. Questa strada ha potuto chiamarsi Via Licinia Costantina.


§. VII. Correttori della Lucania e de’ Bruttii. — Sotto Costantino appariscono Correttori:

   I. 313. Claudio Ploziano.
  II. 316. Michilio Ilariano.
 III. 319. Ottaviano.
  IV. 327. Alpino Magno.
Sotto Valentiniano e Valente:
   V. 364. Artemio.
  VI. 363. Q. Aurelio Simmaco.
 VII.
Zenodoto, figlio di Simmaco: ma è incerto l’anno, in cui fu Correttore.
VIII.
Fannio Vittorino. Risulta da una lapide Salernitana.
In tempi incerti:
IX.
Rullo Festo. Risulta da una lapide Grumentina.
  X.
Maniliano Liciniano. È chiamato «Bruttiae Excorrector».
Sotto Teoderico:
  XI. 498. Aurelio Cassiodoro.
XII.
Venanzio. Dopo Cassiodoro; l’anno è incerto.
Sotto Atalarico:
XIII.  526.  Severo. È certo che sotto questo Re goto il governo della Lucania e de’ Bruttii fu affidato a Severo, ma non si trova che sia stato mai chiamato Correttore.


CAPO QUINTO. §. I. Statua miracolosa dello Stretto.Olimpiodoro presso Fozio, parlando della causa che impedì ad Alarico il passaggio in Sicilia, dice: «Statua enim inaugurata ibi stans trajectum vetabat; fuerat vero haec, ut fabulatur, ab antiquis inaugurata, cum ut Ætnae montis ignes averteret, tum maris transitu barbaros prohiberet; altero enim pedo perpetuum ignem, altero vero perennem aquam gestabat. Ea igitur statua, confracta tamen ex aetneo igne, et a Barbaris detrimentum Siciliam caepisse. Eversam vero statuam ab Æsculapio, qui in Siciliam possessionum Constantii et Placidae curator erat».


§. VI. Se Catona fu citta’ distrutta da Attila. — L’Aceti nel Barrio rapporta un brano delle Croniche d’Ungheria di Giovanni de Thurocz, da cui apparirebbe che Attila avesse distrutta la nostra Catona, la quale allora doveva esser città. Dice adunque il Thurocz: «Inter haec rex Attila magna ex parte sui exercitus cooptata, praeficiendo illi capitaneum