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CAPO SETTIMO. §. III. Decio Giubellio. — Che Decio Giubellio abbia eccitato a ribellione il presidio romano di Reggio in grazia di Pirro si raccoglie assai bene da un frammento di Diodoro Siculo. Que’ libri di questo scrittore, dove si narravano di proposito le guerre di Pirro in Italia, sono anche essi tra’ perduti. Da un altro frammento del medesimo Diodoro apparisce che Pirro fu due volte in Sicilia.

Tra i frammenti poi di Dionigi Alicarnasseo, scoperti e pubblicati dal dottissimo Mai, ve ne ha uno che dilucida a sufficienza questi fatti della Legione Campana in Reggio.


§. VIII. Fabrizio. — Non debbo qui tacere quel che dice Appiano, dopo aver narrato il caso di Decio Giubellio: — «Quindi Fabrizio, inviato dai Romani in Reggio, a rassettar l’antico ordine di cose, restituì la città ai Reggini che ancor rimanevano, ed i soldati della Legione inviò a Roma; i quali furono vergheggiati in mezzo del Foro, e fu loro tronca la testa, e negata anche sepoltura a’ loro cadaveri». — Dopo torna a parlare di Decio e si vede bene che confonde i tempi. E pare che scambii per errore il nome di Genuzio con quello di Fabrizio. O potrebbe stare che l’uno e l’altro fossero venuti ad un tempo in Reggio a riordinar la cosa pubblica dopo il riacquisto della città. Allora questi dovette essere il secondo Fabrizio Luscino che fu Console nell’anno di Roma 476.


§. X. Cenide. — Il Mazzocchi (Diatriba I de Magna Grecia) facendo cenno del promontorio Caenys, aggiunge in nota: «Caenyos istius non meminissem, nisi huc referendum suspicarer meum fabricae pervetustae nummum, in cujus una parte est Pegasus volans, in altera equns effrenis, cui subscribitur KAINON, antique, utopinor, pro Καινων. Nam casu patrio efferri in his nummis populi solent. Extat ejus nummi typus in Paruta Havercampi editus, tum tab. 66, num. 83, 84, tum etiam tab. 72 num. 166. Quem ne autem populum hoc numismate designari augurabimur, nisi Caenos Thraciae? de quibus videndus est Stephanus, et quos ibi citat Berkelius. Id quidem non improbo. Sed tamen cum is nummus in his nostris regionibus haud raro compareat, magis est ut suspicer Caenyn promontorium oppido ejusdem, aut conjugati nominis non caruisse, ad hos vero oppidanos hunc nummum esse referendum.

Leucopetra. — Da una lettera di Cicerone ad Attico rileviamo che anche il Capo Leuca era chiamato Leucopetra presso gli antichi; onde lo stesso Cicerone per distinguerlo dal nostro, il dinota coll’aggiunto di Leucopetra Tarentinorum.

Saltus Reginorum. — Di questa sacra Selva de’ Reggini fa menzione il Pontano (Hortorum, lib. II.)

          Est nemus extremis Calabrum inviolabile terris,
          Diis sacrum patriis, multa et pietate verendum.


LIBRO SECONDO

CAPO PRIMO. §. I. Capitani Cartaginesi. — Per aver chiara conoscenza de’ diversi Annoni, Asdrubali ed Annibali che occorrono nel rac-