Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/304


capo quarto 279   

contro non si sa donde, lo ferì cosi mortalmente che fra otto giorni restò privo di vita. Giunta notizia al vicerè dell’uccisione dei governatore, furono da Napoli spediti coinmissarii a prender informazione dell’accaduto; ma del vero uccisore nulla potè sapersi. Come avviene però in tali casi, se ne diede l’imputazione a parecchi, ch’eran forse innocenti; ma bisognava che la morte del Gujera non rimanesse invendicata, e fu data la tortura ed il carcere a molti sventurati.

CAPO QUARTO

(Dall’anno 1568 al 1598)

I. Pestilenza in Reggio. Carità de’ Cappuccini, e di Maria Mazza verno gli appestati. II. Precauzioni contro le comitive de’ banditi. Costoro entraoo in Reggio, ed assaltano la casa di Coletta Malgeri, e di altri cittadini. Avventura di Nicola Brancati. III. Energici spedienti presi contro i banditi dal Conte di Briatico. Sua ordinanza. IV. De’ banditi quali si presentano, quali vengono perseguitati e distrutti. V. I Reggini pensano a ristorarsi delle passate aventure. Il Tribunale della Regia Udienza provinciale è trasferito da Catanzaro in Reggio. Cristofao La Cueva primo Preside. Monastero di Santa Maria della Vittoria. VI. Quinto sbarco de’ Turchi in Reggio. Hassan Cicala. Guasti fatti alla città. VII. I Turchi al Convento de’ Cappuccini. Coraggio di questi frati. Eroica difesa del Convento. Il Guardiano Gabriele Castrisciano. I nemici sono respinti, e si rimbarcano. VIII. La Regia Udienza è traslocata di nuovo in Catanzaro. Il pirata Mamud; suo sbarco in Santo Leo. Nuovi provvedimenti di difesa contro i Turchi. Hassan Cicala torna sulle nostre marine. Sue scorrerie in Motta San Giovanni, e Santo Leo. I Reggini corrono a combatterlo, e n’hanno il vantaggio. Coraggio di Ambrogio. servo di Giovanni Nicola Spanò. IX. Cicala e sua madre Lucrezia. Loro abboccamento sulla riva di Motta San Giovanni.


I. Dopo la battaglia di Lepanto l’Arciduca Giovanni d’Austria approdò a Reggio colla sua flotta, e sceso in città vi dimorò parecchi giorni. In quello stesso anno che fu il 1571, una galeotta di un certo capitan Mangiante aveva pigliato porto in Messina con roba infetta di peste, ed in giugno si manifestò in tal città l’indomito morbo, donde si spaziò celeremente per gran parte della Sicilia. Come seppesi in Reggio la calamità sopravvenuta alla prossima Messina, si pose ogni diligenza perchè tutte le comunicazioni coll’isola fossero rotte e vietate. E quando fu scoperto che in Reggio era sbarcato di soppiatto Girolamo Spagnuolo zoccolajo con tutta la sua famiglia, fu messo egli ed i suoi in una rigorosa contumacia di quaranta giorni, nel qual tempo solo alla moglie sua apparvero i gavoccioli del male, ma si guarì. Già da parecchi anni desolava la Sicilia quel tremendo flagello, e Reggio non ne era tocca sino al giugno del 1576,