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capo quinto 247   


A questi tempi (1475) gli Ebrei pubblicarono in Reggio, dov’era allora una tipografia, il Commentario ebraico al Pentateuco di Rabbi Salomone Jarco. Ne fu editore Abramo Garton; e fu questa la prima edizione ebraica fatta, a quanto si sappia, di tal libro in Italia dopo l’invenzione della stampa.

CAPO SESTO

(Dall’anno 1474 al 1496.)

I. I Turchi in Otranto. Provvisioni per fortificar Reggio. Congiura de’ baroni. Carlo VIII scende in Italia. Morte di Ferdinando II. I Sindaci Giorgio Leopardi e Coletta Malgeri. Privilegi della città. Pagamenti fiscali. III. Commozione pubblica all’avvicinarsi del Re di Francia. Alfonso II rinunzia lo Stato al figliuolo Ferdinando. La Calabria si scopre per Carlo. Solo Amantea e Tropea restano agli Aragonesi. Mal governo de’ Francesi. IV. Ferdinando cerca ajuto al re di Spagna. Consalvo da Cordova giunge in Messina coll’armata spagnuola. Spedizione cootro Reggio. I Francesi si ritirano nel castello. La città è rioccupata dagli Aragonesi, ed il castello preso a tradimento. V. Lega italiana contro Carlo VIII. Precipitosa partenza di costui. Prima battaglia di Seminara. Rotta degli Spagnuoli. VI. Ferdioando II torna in Napoli. I Fraocesi sono perseguitati da per tutto. Successo delle armi spagnuole in Calabria. Morte di Ferdinando. Reggio invia i Sindaci Antonio di Tarsia e Coletta Malgeri al nuovo re Federigo.


I. Gli ultimi anni del regno di Ferdinando d’Aragona erano trascorsi assai agitati e turbolenti. Lo sbarco de’ Turchi in Otranto (1480) aveva atterrite le popolazioni del reame; e Ferdinando non si era indugiato a combatterli nel punto da loro occupato, ed a fortificar tutte le riviere de’ suoi Stati più esposte alle minacce di que’ barbari invasori. Aveva allora il re ordinato che a sicurtà e tutela di tutte le città e terre della ultima Calabria, di cui Reggio era metropoli, fosse questa rifatta e rifabbricata di mura, attorniata di baluardi, di vallazioni e di fossati. E siccome la difesa di Reggio era di comune interesse, ordinò che a tali lavori dovessero concorrere tutti gli abitanti delle città e terre prossimane, col contribuirvi non solo i lavoratori che facessero al bisogno, e carra e buoi ed altre cose occorrenti; ma ancora coll’ajutare al taglio e trasporto del legname, delle pietre, e di tutto il materiale opportuno: affinchè tali fabbriche ed opere fossero terminate e fornite il più presto che si potesse.

Dissipato il terrore dell’invasione turchesca, il regno fu sconvolto dalle interne commozioni, e dalla congiura dei Baroni, che terminò coll’eccidio loro e delle lor famiglie, e coll’incameraziooe de’ loro stati. Un così atroce avvenimento eccitò l’orrore in tutta l’Europa