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   238 libro quinto

CAPO QUINTO

(Dall’anno 1466 al 1475)

I. Alfonso Duca di Calabria fa dimora in Reggio. II. Capitoli ed Ordinazioni municipali. Riordinamento del Municipio reggino. III. Prepotenze di Bertoldo Carafa a danno dei Reggini. Vi pone rimedio il Duca di Calabria. Prima edizione ebraica del Pentateuco.


I. Finita la guerra, il Duca di Calabria continuò di far dimora nel Ducato, e fermò in Reggio la sua residenza ordinaria. Attese allora ad assestare in ogni sua branca l’interna amministrazione di questo Ducato, e nel 1473 approvò que’ Capitoli ed Ordinazioni, coi quali l’Università ed uomini della nobile città di Reggio avessero a governarsi per l’avvenire. E poichè questi capitoli ed ordinazioni furono il fondamento della legge che resse il municipio reggino da questo tempo a tutto il decimottavo secolo, porta il pregio che noi, soprassedendo alquanto dal discorso della storia politica, ci fermiamo a dare una succinta e chiara esposizione di tal legge.

Prima de’ tempi di Ferdinando d’Aragona l’università di Reggio aveva bensì i suoi uffiziali ordinarii, ma l’amministrazione municipale non era regolata da certe leggi, ed assai spesso tra i regii uffiziali e quelli del municipio sorgevano quistioni sulla loro mutua competenza e giurisdizione. Il Duca di Calabria coll’approvazione de’ nuovi Capitoli faceva che le attribuzioni degli uffiziali municipali fossero definite con pienezza e lucidità, e non si desse più luogo a dubbii e ad arbitrii. E siccome tali Capitoli furono scritti in lingua italiana, noi qui riferiremo nella sua integrità questo documento, solo correggendone l’antica ortografia, ma lasciandone interissime le costruzioni, le frasi ed i vocaboli, quali trovansi scritti nella pergamena originale. E questo facciamo, perchè veggano i lettori che nel secolo decimoquinto la lingua italiana presso di noi si scriveva con bastante chiarezza e correzione, e meglio che non si fece nel tempo successivo

II. Capitoli ed Ordinazioni, co’ quali l’Università ed uomini della nobile città di Reggio si avrà in futuro a governare sotto il felice dominio della maestà del Signor Re, e de’ suoi eredi e successori; fatti e concessi per l’Illustrissimo Signore Don Alfonso d’Aragona