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160 | libro quarto |
Inghilfredi da Palermo, e così per lo simile. Ed è notevole che molla parte dell’antica lingua volgare, quale è scritta negli antichi rimatori, tale è tuttavia viva, fresca ed energica nelle frasi e ne’ vocaboli dell’odierno dialetto dei Siciliani e de’ Calabresi, massime in quello di Reggio, e sue vicinanze.
V. Sotto Federigo furono stabilite in Palermo officine per la manifattura dello zucchero, le cui canne anche crescevano rigogliose in Sicilia ed in Calabria sotto i Normanni; sebbene allora in poca quantità, e non ad uso di traffico, ma solo ad ornamento de’ giardini. Nè Federigo diede sola opera alla prosperità del commercio interno ed esterno, ma provvide ancora a statuir varie Fiere generali nelle principali città del reame. Il che fu determinato in Messina nel Parlamento dell’anno mille duecento trentatrè. Tali fiere furono ordinate in sette città, cioè Sulmona, Capua, Lucera, Bari, Taranto, Cosenza, e Reggio. La fiera di Reggio durava, anno per anno, dal dì della festa di San Luca al primo di novembre.
Intanto sin dal mille duecento ventidue era morta l’imperatrice Costanza; e papa Onorio III, che premeva Federigo alla spedizione di Terrasanta, s’interpose perchè Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme, desse in nuova moglie a Federigo la sua figliuola Violante (Iole, o Iolanda); maritaggio che fu poi celebrato in Brindisi a capo di tre anni. E da ciò fu tramandato a’ Re di Sicilia il titolo di Re di Gerusalemme.
Fra i personaggi avuti da Federigo in grandissima considerazione era Landono Arcivescovo di Reggio; del quale si avvalse in molte alte commissioni e casi di stato. Così lo mandò in compagnia di Fra Ermanno Saltza, Gran Maestro de’ Cavalieri Teutonici, a papa Gregorio IX, quando questo pontefice il tempestava a concorrere alla Crociata; mentre Federigo or con una or con un’altra scusa cercava frascheggiarlo, e non uscir de’ suoi Stati. E tornò poi ad inviare al papa questo stesso Arcivescovo insieme con Rinaldo Duca di Spoleto, e con Arrigo Conte di Malta, per onestare che solo per cagion di salute non aveva fatto il passaggio. Di che il papa irritatissimo lo scomunicò, e mise l’interdetto a’ suoi regni. Onde Federigo, a causar maggiori molestie, dovette alfine partirsi (1227); ma Gregorio gliene rese cambio col ribellargli parecchie provincie. Il che come seppe l’imperatore fece immediato ritorno dall’Oriente, e ruppe guerra col papa. Finalmente dopo varii contrasti e fatti d’armi fu bisogno che l’Arcivescovo di Reggio, ed il Gran Maestro de’ Teutonici si recassero più volte in Roma al pontefice, prima di potere trovar modo alla pace.