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   138 libro terzo

sgusto tra i due fratelli Roberto e Ruggiero; perchè quantunque il primo fosse tenuto di cedere all’altro metà degli acquisti di Calabria, pure la sua parola non atteneva mai. Se ne togli Mileto, che era l’ordinario domicilio di Ruggiero, ogni altro luogo di Calabria ubbidiva a Roberto. Però Ruggiero, preso motivo delle sue recenti nozze con Erimberga (o Delizia o Giuditta che altri dica) pressò Roberto all’adempimento della convenzione, affinchè potesse decentemente adagiarsi nel suo nuovo stato. Ma vedendosi menato d’oggi in domane, forte se ne offese, e disse a Roberto che romperebbegli guerra se fra quaranta giorni non avesse fatto luogo alle sue rimostranze. Roberto non gli rispose altrimenti che assediandolo in Mileto; ma questo tratto gli tornò senza successo, ed in suo danno. Imperciocchè, mentre Roberto stava all’assedio di Mileto, Ruggiero una notte vi sortì celatamente, e correndo a Gerace, occupò tal città per trattato fatto con que’ cittadini. Di che Roberto indignatissimo, si tolse dall’assedio, e volò a Gerace, ove in occulto e di nottetempo fu introdotto per intelligenza avuta con un Basilio, cittadino potente e temuto. Ma Roberto fu scoperto, e sostenuto dal popolo, levatosi furioso a rumore. Basilio fu trucidato; ed il Duca di Calabria, campata a gran pena la vita, fu chiuso in prigione. Saputo questo la sua gente ch’era fuori della città, mandò scongiurando Ruggiero che corresse a salvezza del fratello, e quegli magnanimo, rimettendogli ogni offesa, restituì Roberto in libertà. Così solamente il Duca condiscese alla divisione del dominio di Calabria, e si pacificò col fratello.

In seguito Taranto, Brindisi ed Oria venivano riconquistate da Roberto; ed espugnata Bari, anche in Puglia spariva ogni vestigio di greca dominazione. Dopo di che Roberto col più delle sue forze di terra e di mare ritornò alla sua residenza di Reggio. Qui dimorando fortificò la città con nuova cinta di mura, e rifecela de’ danni, che grandissimi le avea già fatto patire nell’espugnarla. Cominciò ancora a studiarsi all’impresa di Sicilia, intanto che Ruggiero continuava il suo soggiorno in Mileto.

IX. Prima di lasciarsi andare alla guerra aperta in Sicilia, Roberto principiò da Reggio a disseminare per l’isola segreti messi per tastar gli animi de’ Siciliani, e maneggiarli al suo disegno. Ma la fortuna il favorì assai di là da quanto e’ sperava (1070). In Sicilia due principi Saracini Betameno e Benameto aspramente si erano guerreggiati. Betameno, che tiranneggiava Siracusa e Catania aveva tolto in moglie una sorella di Benameto, il quale dominava Enna e Girgenti. E trovandosi un giorno ubbriaco, fece segar le vene alla mo-