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capo quarto 135   

venirne a capo, rimandò a miglior tempo l’impresa di Reggio, e ritornò in Puglia, dopo aver tirato dalla sua Calanna, Maida, e Nicastro.

Nel seguente anno (1058) Ruggiero, ultimo de’ figliuoli di Tancredi, giovine di bellissima persona, temerario più che ardito in battaglia, di nobile e generoso animo, fu spedito in Calabria dal fratello Roberto con sessanta cavalieri per provarne il valore, e lo spronò ad acquisti di paesi e di fama. Ivi giunto co’ più animosi giovani Normanni, che lo amavano sopra la lor vita, si accampò sopra i monti di Vibona, come a riguardar quella regione che fra breve doveva dargli tanta materia di conquiste e di gloria. E tanto timore e rispetto insieme mise in quella gente, che molte castella di Calabria andarono sotto di lui senza far resistenza. Avendo in così breve tempo condotto all’ubbidienza del fratello tanto paese calabro, gli mandò col ragguaglio de’ fatti un cumulo prezioso di ricche suppellettili e di danaro. E ritornato indi a poco in Puglia, lasciò efficaci guarnigioni a custodia delle terre da lui soggiogate.

VI. Ma ambidue i fratelli tornarono tosto minacciosi sopra Reggio (1059), e le posero uno strettissimo assedio. Nè può dirsi con qual coraggio e longanimità si sieno difesi i Reggini contro le percosse dei Normanni. Basti il dire che i nemici per il difetto dei viveri dovettero levarsi dall’assedio ch’era andato già per le lunghe; poichè i Reggini per non venir meno ad una pertinace resistenza, e per toglier mezzi al nemico, avevano traslocato dalle vicine terre nella città tutte quelle provviste che dava la stagione ed il luogo. Sì che Ruggiero dovette scorrere con trecento de’ suoi per sino a Gerace per procacciarsi a spilluzzico i viveri della sua gente. Ma ciò mal bastava alle sue necessità, e le molestie del verno ch’entrava rigidissimo, il costrinsero a mettersi agli alloggiamenti nelle campagne di Maida.

Venuta la primavera non poterono continuarsi in Calabria le fazioni guerresche; poichè essendo la Puglia entrata in umore d’insorgere contro il dominio Normanno, fu di necessità che Roberto quivi si trattenesse per comprimere la sedizione colla presenza delle sue armi. Ma in questo i due fratelli, per cagion di dominio, vennero tra loro in aperta discordia. Ruggiero non si credeva abbastanza rimunerato da Roberto, il quale mentre coll’ajuto fraterno aveva tanto aggrandito il suo Stato, non gli voleva concedere in dominio alcuna terra di Calabria. Perilchè Ruggiero si partì irritalo da Roberto, ed andossene in Basilicata a trovar l’altro fratello Guglielmo, da cui ottenne in potestà la Scalea.