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capo quarto 133   

era capo Guglielmo d’Altavilla; ed al principio della primavera si erano congiunti in Reggio all’esercito greco. Donde, ordinata tutta la massa da Giorgio Maniace duca di Calabria, partirono per Sicilia; e presero terra vicino di Messina, intimando alla città, che si rendesse. Ma ciò non partorì frutto; anzi le schiere musulmane, fatta una sortita, investirono con tanto impeto nel greco antiguardo, che questo disordinò e si disperse (An. di Cr. 1039). Qui segnalossi la bravura de’ Normanni; qui specialmente apparve l’esimio valore di Guglielmo d’Altavilla. Cacciatosi egli dove più bolliva l’azione, non solo aveva riempito il vuoto lasciatovi da’ Greci, che si erano arretrati alla rinfusa; ma riurtando i nemici, che già si tenevano in pugno la vittoria, siffattamente li strinse e circuì, che ne fece un gran macello. Quanti scamparono dalla furia normanna, scorati e malconci si ritrassero dentro Messina a rotta di collo. E tal terrore ingenerarono negli animi, che i Messinesi, per non venire a peggio, prescelsero di darsi a’ Bizantini. E Maniace, lasciatavi una grossa guardia, proseguì alacremente la ben incamminata impresa, ed in piccol tempo ricondusse tredici città alla signoria imperiale.

Allora si avvide Abucabo quanto alle conquiste de’ Greci avessero dato incentivo ed avviamento le sue discordie con Abulafaro, per le quali in Sicilia era calato così basso il florido dominio degli Arabi. Fattosi perciò di migliore opinione, si riconciliò col fratello; e fece che questi ritornasse dall’Affrica con potenti ajuti. Ma a’ Greci, incalzati tutti in un tempo dalle unite forze de’ due fratelli musulmani, corsero in sostegno gli ausiliarii Normanni, i quali tennero lo scontro con sì rara intrepidezza ed energia, che i Saracini non potendo più durarla, la diedero a gambe. Per questo fatto d’armi anche Siracusa cesse a’ Bizantini; nè gli ulteriori conati de’ Saracini potettero soprattenere menomamente l’esercito invasore. I Normanni ch’erano nella prima ordinanza della battaglia, soli combattendo, travolsero così bruscamente le file de’ Saracini che pochi ebbero comodità di mettersi in salvo. Ma poi nella foga della pugna, dilungatisi i generosi guerrieri assai lungi dal campo, ne addivenne che i Bizantini togliessero per se soli tutto il bottino ed il frutto della vittoria, lasciandone esclusi i Normanni. Nè solo questo; ma i medesimi Bizantini cominciando a prender gelosia del coraggio normanno, e facendo stima potere ormai bastar soli alla perfezione dell’impresa, pensarono modo di allontanare dal campo greco que’ valorosi. Per la qual cosa Maniace, facendo sembiante di mandarli alle stanze d’inverno, perchè avessero riposo delle militari fatiche, tutti li avviò a Reggio; ed a Dulchiano Catapano di Puglia, il quale al-