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130 | libro terzo |
a saper vivere unite e concordi. E se i Calabresi continuarono ad aver crucci e travagli, questi non vennero loro che da’ soli Saracini di Sicilia, cui gli Emiri mai non si stancavano di scagliare in Calabria contro il dominio bizantino.
CAPO QUARTO
(Dall’anno 1001 al 1061)
I. Nel primo anno dell’undecimo secolo tornavano i Saracini dalla Sicilia a inferocir sulla Calabria, e ve li conduceva in persona l’Emiro Abulfata. Fu prima sua impresa di porsi a campo a Reggio, città ch’era allora il primo e più forte nodo della dominazione bizantina in Calabria. E malgrado gli sforzi grandissimi che vi fecero i Bizantini a ribattere l’assalto nemico, non potettero far tanto che Reggio non si arrendesse a’ Saracini. I quali però coll’andarsi nicchiando nelle più principali città maritime di Calabria, eccitarono l’irritazione de’ Pisani, che avendo operose contrattazioni mercantili in queste contrade, ed un loro fondaco in Reggio, erano vulnerati profondamente ne’ loro più vitali interessi. Poichè le cotidiane irruzioni, che facevano i Saracini di Sicilia, non lasciavano sicuro nè il mare, nè il litorale italiano.
Nella commozione universale delle italiche città verso lo stato libero erasi desta anche Pisa; e gareggiando con Genova, Venezia ed Amalfi, solcava con poderose navi il Tirreno. I Pisani avevano fon-