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   128 libro terzo

gli sortisse di padroneggiar la Calabria, e di metter piede in Reggio, avrebbe concepito qualche cosa contro la Sicilia, assai volentieri si confederarono co’ Greci. E deposti gli antichi rovelli, le due genti si allestirono per resistere con tutto lo sforzo alle armi di Otone. Nè costui si lasciò cogliere sprovveduto, e pugnando valorosamente presso Crotone, sbaragliò meglio che quarantamila dei suoi avversarii, ove perdè la persona lo stesso Abulcasimo.

VII. Ma quando alla sede imperiale di Costantinopoli fu alzato Basilio II, (An. di Cr. 976), e vide che Otone II minacciava una forte spedizione in Calabria, non volle portare in pace la perdita di questa provincia; ed apparecchiatosi formidabile di armi, mosse dalla metropoli bizantina, e venne in Calabria. Otone II, non ostante la perplessità di Niceforo, aveva sposata sin dall’anno 972 Teofania; e costei, che ambiziosissima era, non cessava d’istigare il marito a conquistare intera la Calabria, quantunque i due imperatori d’Oriente Basilio II, e Costantino VIII le fossero fratelli. I quali conosciute le pretendenze del loro cognato, gli spedirono ambasciatori a pregarlo che non volesse per sì lieve cagione turbar la pace de’ due Imperi. Ma Otone non si mutò, e si volse alla guerra. E saputo che Basilio venivagli contro in persona, anch’egli si affrettò a quella volta per combattere in persona il cognato. Era unito ad Otone Landolfo IV Duca di Benevento.

Vedevano allora i Calabresi contendersi il dominio della patria loro due potenti monarchi, uno di Oriente, l’altro di Occidente, ed una donna, sorella all’uno, moglie all’altro, attizzare ed invelenire le alterne ire; e mal sapevano a chi desiderar la vittoria. Tra il cozzo delle armi di Oriente e di Occidente, tra le distruzioni che i Saracini non avevano mai cessato di fare a queste travagliatissime regioni, tra tanto conquasso di pubbliche e private fortune, quale dovette mai divenir Reggio sventuratissima, cui calpestava tanta gente, e sì varia di favella e di senno? Erano alleati di Basilio in questo incontro i Saracini di Sicilia. Otone, menando seco Tedeschi di tutte le provincie germaniche, Longobardi e Napolitani, assalì con vigoria strardinaria Salerno che dipendeva da’ Greci; e la prese. Appresso devasto tutta Puglia, ed ebbe Taranto. Corse la Calabria per lungo e per largo, vittorioso sempre. Cacciò i Saracini da Crotone, da Rossano, da Catanzaro; e nulla pareva potergli resistere. E sgominò irreprabilmente i Bizantini, che afforzatisi di parecchie migliaja di Saracini avevano fatto massa presso Squillace. Tronfio di sì prosperevoli eventi, si delle a taglieggiare e desolar senza pietà questi miseri paesi, porgendo così cagione a’ popoli di odiarlo, ed a Bizantini