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   112 libro terzo

Per la qual cosa da quel tempo non vediamo più aver parte ne’ Sinodi de’ romani Pontefici i Vescovi di Sicilia, o de’ Bruttii, ma bensì averla grandissima ne’ Concilii Costantinopolitani.

VI. Occupata gran parte della Calabria da Romualdo I Duca di Benevento (An. di Cr. 752), ciò che in essa rimase a’ Bizantini, come Gallipoli ed Otranto, alcune città maritime sino a Gaeta, e quella parte de’ Bruttii ch’essi dominavano, fu da loro annessa al Tema di Calabria, sottraendo i Bruttii dal Tema di Sicilia, a cui erano aggregati. Onde provenne per alcun tempo che il nome di Calabria si adoperasse promiscuamente a dinotare ciò che di essa avanzava ai Greci, ed i nuovi paesi da loro occupati ne’ Bruttii. Ma poi i Longobardi avendo dilatato il nome di Puglia alla Calabria da loro tolta a’ Bizantini, questi che colla perdita della Calabria non vollero almeno perderne il nome, chiamarono Calabria in modo assoluto le loro possessioni ne’ Bruttii. Laonde come il nome di Puglia prevalse a quello di Calabria, ch’era il nome del chersoneso ch’è tra Taranto e Brindisi, così il nome di Calabria prevalse a quello de’ Bruttii, in questa ultima contrada ov’è Reggio. A dirlo insomma, l’odierno paese di Calabria era conosciuto col nome di Bruttii sin presso alla metà dell’ottavo secolo, e non fu detto Calabria che da indi in qua. Per contrario quella odierna regione, dov’è Taranto, Otranto e Gallipoli fu detta Calabria sino alla metà del detto secolo, e da indi in qua fu ed è parte di Puglia. E siccome innanzi che avvenisse questa perdita di dominio e questo scambio di nome, era Taranto residenza del Duca o Strategò di Calabria, così dopo fu fermata in Reggio la sede di questo magistrato; che poi, come vedremo, crebbe a tanta importanza, quando conquistata la Sicilia da’ Saracini, Reggio diventò capo del dominio bizantino in Italia.

A queste cose fa bisogno che lo storico dia lucidità con molta accuratezza, se vorrà schivare gl’incredibili strafalcioni de’ nostri cronisti, che confusero in modo grossolano, e quasi inestricabile i fatti dell’antica e della nuova Calabria, perchè non seppero divisare i tempi ed i luoghi, a cui si riferivano le cose da loro narrate. E noi daremo sempre gran peso a chiarire questa corografica mutazione ed alterazione di nomi, ch’è tanto necessaria alla esatta intelligenza della nostra storia.

VII. Le Chiese d’Italia e di Sicilia, poichè furono sottoposte al Patriarca di Costantinopoli, adottarono il rito greco. Principal chiesa di Sicilia era la Metropoli di Siracusa. Principale di Calabria la Metropoli di Reggio; onde il suo prelato dicevasi ancora, e dicesi assolutamente anche al dì d’oggi il Metropolita di Calabria. A questo