Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/124


capo quinto 99   


Intanto sedeva imperatore Petronio Massimo, che aveva assassinato Valentiniano III; dalla cui vedova Eudossia fu Genserico occultamente invitato a prender la volta di Roma, ed aiutar la città e lei dall’abborrito usurpatore dello Stato. E quando la mostruosa e logora mole dell’impero romano era in arbitrio di Ricimero, che non essendo imperatore, nè re, governava l’Italia col titolo di Patrizio e di Conte; questa già donna di provincie, si lasciava stranamente difendere, ed in uno atterrire dalle bande de’ Confederati. Queste componevansi di una rinfusa moltitudine di gente diversa per lingua ed origine, nella quale prevalevano gli Eruli, gli Scirri, gli Alani, i Turcilingi, ed i Cugii. Fra costoro era dei primi, e primo forse, l’erulo Odoacre (An. di Cr. 474), che militava nel presidio imperiale, mentre teneva il governo Augustolo. Questi confederati, come si avvidero le sorti dell’impero essere sulla punta delle loro armi, e nulla avere a temer dagl’Italiani, che imbolsiti e torpidi accasciavansi pazienti sotto il pondo della propria ignominia, cominciarono a pretender per loro la terza parte de’ terreni. Oreste patrizio, ch’era padre di Augustolo, si oppose a tal pretensione; ma i Barbari, che vi si erano incaponiti, si crearono a loro capo Odoacre. Il quale nel primo tratto tolse la vita ad Oreste, ad Augustolo lo Stato. Così l’impero romano che Augusto aveva fondato, finiva in Augustolo (An. di Cr. 476).

III. Odoacre fu il primo barbaro che facesse chiamarsi re d’Italia (An. di Cr. 476 a 493); ma dal titolo in fuori, niun’altra cosa cambiò nella costituzione dell’impero. E fu così fortunato che recò Genserico a cedergli quella parte della Sicilia, che siede sulla riva orientale, promettendogli in ricambio il pagamento di un annuo tributo. Solo si riserbò Genserico il diritto di tener presidii in taluni luoghi fortificati, e fra essi era Lilibeo. Dopo un regno di diciassette anni doveva però Odoacre restar soverchiato dall’ostrogoto Teoderico. Questi venuto in Italia e cavato di stato Odoacre, distese il suo regno dalle Alpi a Leucopetra, necessitò i Vandali ad abbandonar quello che tenevano in Sicilia; e dal Senato e dal popolo romano fu salutato liberatore. Mentre Odoacre fra i tripudii di un lauto banchetto veniva scannato in Ravenna.

L’Italia sotto Teoderico ripigliava vita e vigoria (An. di Cr. 493); ma frattanto l’impero d’oriente andava mancando tra le fiacche mani d’impratori spregevoli, e senza nome; e tale durò sino all’età memorabile di Giustiniano. Uno de’ più benemeriti cittadini durante il regno di Teoderico fu Aurelio Cassiodoro da Squillaci, il quale, secondo quell’età, non era solo insigne letterato e scrittore, ma due