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CAPO QUINTO

(Dall’anno 385 al 550)

I. Stilicone. I Goti in Italia. Alarico alla Colonna Reggina; muore in Cosenza. Onorio. II. Genserico. I Vandali in Sicilia. Cassiodoro Seniore da Squillaci. I Vaodali In Italia. Ricimero. Augustolo. Odoacre. III. Odoacre, re d’Italia. Genserico gli cede parte della Sicilia. Teoderico. Aurelio Cassiodoro. Tributi de’ Lucaoi e de’ Bruttii. Tributi de’ Reggini. Vino, pesci, erbe di Reggio. IV. Atalarico. Teodato. Giustiniano Imperatore d’Orieote. Belisario in Sicilia. Passa io Reggio, e se ne insignorisce. Teremondo ed Imerio restano alla guardia di Reggio. Ursicioo reggino con uoa compagnia di suoi concittadioi segue Belisario in Roma. V. Belisario è richiamato a Costaotioopoli. Totila. Belisario torna in Italia. Fatti d’armi oe’ Bruttii, tra Belisario e Totila. VI. Tolda assedia Reggio, ma non l’ottiene; e passa in Sicilia. Reggio cade in mano dei Goti. Vittorie di Totila. Belisario umiliato si ritira in Costantinopoli.


I. L’Impero, per la morte di Teodosio (An. di Cr. 395) scadde nei due suoi figliuoli Arcadio ed Onorio; quello di Oriente al primo, all’altro quello di Occidente. Erano loro consiglieri per disposizione paterna, Ruffino di Arcadio, Stilicone di Onorio. Ma la cupidigia d’impero sturbava le notti a Stilicone, che non sapeva acquetarsi all’ubbidienza di un giovine inesperto; dove poteva, se il volesse, non esser secondo ad alcuno. E promettendo buon frutto al suo desiderio, sollecitò i Goti, popoli della Pannonia, dond’egli traeva la sua origine, a calare in Italia, e fargli ajuto all’impresa. Era allora re de’ Goti Alarico, il quale se di buona cera abbia accolto l’invito di Stilicone, niuno il chieda. Si riversarono i Goti in Italia come torrente impetuoso; fu da loro saccheggiata ed arsa Roma; corsa, depredata e guasta l’Italia, quant’è lunga dal Tevere agli ultimi Bruttii. Nè Alarico fece sosta che in Reggio, contro cui si pose ad oste, e l’ottenne. Dopo di che ripiegatosi alla Colonna Reggina, quivi si apprestava a trapassare in Sicilia (An. di Cr. 410), ma nol volle, o noi potè; sia che trovasse impedimento dal mare orribilmente fortunoso, sia che fosse vinto di superstiziosa paura, alla vista d’una statua ch’ivi sorgeva atteggiata a minaccia, come per vietargli il tragitto. Certa cosa è che Alarico non si fece più avanti; chè anzi riguadagnando senza dilazione le ispide selve de’ Bruttìi, mise gli alloggiamenti in Cosenza. Ma ivi, soprappreso da repentina morte, ebbe a tomba il Bussento. Dopo la qual cosa i Goti, disanimatisi, quali rivarcarono le Alpi, quali furono perseguitati e morti, tustochè Onorio, rivenuto dallo spavento della gotica invasione, ri-

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