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capo terzo 89   

giunte quelle di Calvisio Sabino. Ma in questo stante, venutogli la molesta nuova della rotta toccata a Calvisio nelle acque di Cuma, mosse in fretta da Reggio per dargli soccorso. E già superata gran parte dello Stretto navigava oltre la Colonna Reggina, verso Scilla, quando Sesto Pompeo, uscito precipitoso da Messana, colla sua armata raggiunse quella di Ottaviano, e gli offerì la battaglia. Ma questa non fu accettata dal nemico (An. di R. 716. av. Cr. 38), o perchè non si stimasse bastevole a resistergli con vantaggio, o perchè avesse tuttavia capriccio di riunirsi a Calvisio prima di attaccar fatto d’armi. Ordinò quindi Ottaviano cha la sua armata piegasse alia volta di Scilla, ed ivi si tenesse sulle difese. Ma le navi di Democare non cessavano di tempestar le avversarie, e quali costringevano ad affondarsi, quali a sdrucirsi contro gli scogli. Or mentre le navi di Ottaviano erano in questi travagli, vide Sesto Pompeo in lontananza l’armata di Calvisio; e per tal cagione non pose ritardo a ritrarsi sulle coste di Sicilia. Come poi Ottaviano si fu assicurato della partita di Pompeo, prese terra in Vibona, donde passò nella Campania, rimettendo al seguente anno la continuazione delle ostilità contro il medesimo. Non trascurò tuttavolta di lasciar fortemente munite e presidiate le piazze marittime d’Italia, per guarentirle contro i probabili attacchi del nemico.

VII. Intanto spirava il quinquennio del Triumvirato, ed i Triumviri, senza curarsi dì avere i suffragi del popolo, prorogaronsi per un altro quinquennio tal magistratura mostruosa ed onnipotente. Era la Sicilia che occupava a questo tempo ogni loro pensiero; ed alla Sicilia attendendo, decisero di assalirla ad un tratto da tre punti, oriente, mezzodì, ed occidente. Al che dovevano concorrere con tre armate, Ottaviano da Pozzuoli, Lepido dall’Affrica, e Statilio Tauro da Taranto. Sesto Pompeo, preparandosi a tanta tempesta, pose Plennio a Lilibeo contro Lepido, munì come potette il più i principali punti maritimi, e raccolse in Messana la maggior forza del navilio, per dar di cozzo al nemico, ove che desse il bisogno.

Ritornato Ottaviano in Vibona (An. di R. 717. av. Cr. 37) dispose che Valerio Messala tenesse alle mosse in Leucopetra due legioni, a cagion che opportunamente congiunte coll’esercito di Lepido potessero condursi a Tauromenio per tentarvi un disbarco. Tre altre, condotte da Lucio Cornificio, collocò sulla riviera che si allunga da Reggio alla Colonna Reggina, mentre Statilio Tauro, approssimandosi da Taranto farebbe che le forze triumvirali andassero nel doppio. In questo agitarsi di cose Agrippa, cui Ottaviano aveva chiamato a sè dalla Spagna, urtò presso Milazzo in una parte della