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de li dei a presso l’incendio de la terra per il carro di Fetonte, quando in quel mentre, ch’andavo guardando le ruine di quel foco, e riparando a quelle con richiamar i fiumi, che timidi e fugaci erano ristretti a le caverne, e ciò effettuando nel mio diletto arcadio paese, ecco, altro foco, m’accese il petto, che, dal splendor del volto della vergine nonacrina procedendo, passommi per gli occhi, scorsemi nel core, scaldommi l'ossa, e penetrommi dentro le midolla; di sorte, che non fu acqua nè rimedio, che potesse dar soccorso o refrigerio a l’incendio. In questo foco fu il strale, che mi trafisse il core, il laccio, che mi legò l’alma, e l’artiglio, che mi tolse a me, e diemmi in preda a la beltà di lei. Commisi il sacrilego stupro, violai la compagna di Diana, e fui a la mia fidelissima consorte ingiurioso, per la quale, in forma e specie d’un’Orsa, presentandomisi la bruttura del fedo eccesso mio, tanto si manca, che da quella abominevol vista io concepissi orrore, che sì bello mi parve quel medesimo mostro, e si mi soprapiacque, che volsi ch’il suo vivo ritratto fusse esaltato nel più alto e magnifico sito de l’architetto del cielo: quell’errore, quella bruttezza, quell'orribil macchia, che sdegna ed abbomina lavar l'acqua de l’Oceano, che Teti, per tema di contaminar l’onde sue, non vuol, che punto s’avvicine verso la sua stanza: Dictinna l’ha vietato l’ingresso di suoi diserti per tema di profanar il sacro suo collegio, e per la medesima cagione le niegano i fiumi le Nereidi e Ninfe.
Io misero peccatore dico la mia colpa, dico la mia gravissima colpa in cospetto de l’intemerata assoluta giustizia, e mostro, che sin al presente ho molto gravemente peccato, e per il malo esempio ho porgiuta ancor a voi permissione e facilità di far il si-