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saul. Bene abituato! ma bisogna, che prima sia ben lavato, ben ripurgato.

sof. Ora non son bestie, ne le quali si trasmute: non l'Europe, che l’incornino in toro, non Danae, che lo impallidiscano in oro, non Lede, che l’impiumino in cigno, non ninfe Asterie e frigi fanciulli, che lo imbecchino in aquila, non Dolide1, che lo inserpentiscano, non Nemosine, che lo degradino in pastore, non Antiope, che lo semibestialino in Satiro, non Alcmene, che lo trasmutino in Amfitrione; perchè quel temone, che volgeva e dirizzava questa nave de le metamorfosi, è dovenuto sì fiacco, che poco più che nulla può resistere a l’empito de le onde, e forse, che l’acqua ancora gli va mancando a basso. La vela è di maniera tale stracciata e sbusata, che in vano per ingonfiarla il vento soffia. Li remi, ch’al dispetto di contrari venti e turbide tempeste soleano risospingere il vascello avanti, ora, faccia quanto si voglia calma, e sia a sua posta tranquillo il campo di Nettuno, in vano il comite sibilarà a orza, a poggia a la scia, a la voga, perchè li remigatori son dovenuti come paralitici.

saul. Oh gran caso!

sof. Indi non fia chi più dica e favoleggi Giove per carnale e voluttuario; perchè il buon padre s’è adonato allo spirito.

saul. Come colui, che tenea già tante moglie, tante ancelle di moglie, e tante concubine, al fine dovenuto qual ben satollo, stufato e lasso, disse: Vanità, vanità, ogni cosa è vanità?.

sof. Pensa al suo giorno del giudizio, perchè il termine de li o più o meno o a punto trenta sei mila anni, come è pubblicato, è prossimo, dove la revoluzion

  1. Occorre ancor negli Eroici furori.