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Ma di grazia séguita, Sofia, a specificar più espressamente il tuo proposito.
sof. Il tonante Giove, dopo che tanti anni ha tenuto del giovane, s’è portato da scapestrato, ed è stato occupato ne l’armi e ne gli amori, ora, come domo dal tempo, comincia a declinare da le lascivie e vizj, e quelle condizioni, che la virilitade e gioventude apportan seco.
saul. Poeti sì, filosofi non mai, hanno sì fattamente descritti li dei. Dunque Giove e gli altri dei invecchiano? Dunque non è impossibile, ch’ancor essi abbiano ad oltrepassar le rive di Acheronte?
sof. Taci, non mi levar di proposito, Saulino! Ascoltami sin al fine!
saul. Dite pure, ch’io attentissimamente vi ascolto, perchè son certo, che da la tua bocca non escono se non grandi e gravi propositi: ma dubito, che la mia testa non li possa capire e sostenere.
sof. Non dubitate! Giove, dico, comincia ad esser maturo, e non admette oltre nel consiglio, eccetto che persone, ch’hanno in capo la neve, a la fronte li solchi, al naso gli occhiali, al mento la farina, a le mani il bastone, a' piedi il piombo; in testa, dico, la fantasia retta, la cogitazion sollecita, la memoria retentiva, ne la fronte la sensata apprensione, ne gli occhi la prudenza, nel naso la sagacità, ne l’orecchio l’attenzione, ne la lingua la veritade, nel petto la sinceritade, nel core gli ordinati affetti, ne le spalle la pazienza, nel tergo l’obblio de le offese, nello stomaco la discrezione, nel ventre la sobrietade, nel seno la continenza, ne le gambe la costanza, ne le piante la rettitudine, ne la sinistra il pentateuco di decreti, ne la destra la ragione discussiva, la scienza indicativa, la regolativa giustizia, l’imperativa autoritade e la podestà esecutiva.