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cheria. Mena seco a basso la Cagnuola l’assentazione, adulazione e vile ossequio, con le lor compagnie, e ivi in alto monta la placabilità, domestichezza, comità, amorevolezza, che versano nel campo de la gratitudine e fedeltade. Onde la Nave ritorna al mare insieme con la vile avarizia, bugiarda mercatura, sordido guadagno, fluttuante piratismo, e altri compagni infami, e per il più de le volte vituperosi, va a far residenza la liberalità, comunicazione offiziosa, provision tempestiva, utile contratto, degno peregrinaggio, munifico trasporto, con li lor fratelli, comiti, temonieri, remigatori, soldati, sentinieri e altri ministri, che versano nel campo de la fortuna. Dove s’allungava e stendeva le spire il Serpe australe, detto l’idra, si fa veder la provida cautela, giudiziosa sagacità, revirescente verilità; onde cade il senil torpore, la stupida rifanciullanza, con l’insidia, invidia, discordia, maldicenza ed altre commensali. Onde è tolto, con il suo atro nigrore, crocitante loquacità, turpe e zinganesca impostura, con l’odioso affrontamento, cieco dispregio, negligente servitude, tardo offizio, e gola impaziente, il Corvo, succedono la magia divina, con le sue figlie, la mantia, con li suoi ministri e famigli, tra li quali l’augurio è principale e capo, che sogliono per buon fine esercitarsi nel campo de l’arte militare, legge, religione e sacerdozio. Donde con la gola ed ebrietade è presentata la Tazza, con quella moltitudine di ministri, compagni e circostanti, là si vede l’astinenza, ivi è la sobrietade e temperanza circa il vitto, con li lor ordini e condizioni. Dove persevera ed è confirmato ne la sua sacristia il semideo Centauro, si ordina insieme la divina parabola, il misterio sacro, favola morale, il divino e santo sacerdozio, con li suoi in-