Pagina:Spaccio de la bestia trionfante 1863.djvu/30

passata, o di prossima futura mutazion di corpo, sono stati, o sono per esser porci, cavalli, asini, aquile, o altro, che mostrano; se per abito di continenza, di studj, di contemplazione ed altre virtù o vizj non si cangiano, e non si dispongono altrimenti. Da questa sentenza, da noi più che par comporte la ragion del presente luogo, non senza gran causa distesa pende l’atto de la penitenza di Giove, il qual s’introduce, come volgarmente è descritto, un dio, ch'ebbe de le virtù e gentilezze, ed ebbe de le dissoluzioni, leggerezze, e fragilità umane, e tal volta brutali e bestiali; come è figurato, quando è fama, che si cangiasse in quei vari soggetti o forme, per significar la mutazion de gli affetti suoi diversi, che incorre il Giove l’anima, l’uomo, trovandosi in questa fluttuante materia. Quel medesimo è messo governatore e motor del cielo, per donar ad intendere, come in ogni uomo, in ciascuno individuo si contempla un mondo, un universo; dove per Giove governatore è significato il lume intellettuale, che dispensa e governa in esso, e distribuisce in quel mirabile architetto gli ordini e sedie de le virtù e vizj.

Questo mondo, tolto secondo l’imaginazion di stolti matematici, ed accettato da non più saggi fisici, tra i quali i Peripatetici son più vani, non senza frutto presente, prima diviso come in tante sfere, e poi distinto in circa quarantotto imagini — ne le quali intendono primamente partito un cielo ottavo, stellifero, detto da volgari firmamento — viene ad essere principio e soggetto del nostro lavoro. Perchè qua Giove, che rapresenta ciascun di noi, come da conceputo nacque, da fanciullo divenne giovane e robusto, e da tale è divenuto e divien sempre più e più vecchio ed infermo: così da innocente ed ina-