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epistola esplicatoria 5

più che molti, che sotto il severo ciglio, volto sommesso, prolissa barba, e toga maestrale e grave, studiosamente a danno universale conchiudono l’ignoranza non men vile, che boriosa, e non manco perniziosa, che celebrata ribalderia.

Qua molti, che per sua bontà e dottrina non possono vendersi per dotti e buoni, facilmente potranno farsi innanzi, mostrando quanto noi siamo ignoranti e viziosi. Ma sa Dio, conosce la verità infallibile, che, come tal sorte d’uomini son stolti, perversi e scellerati, così io in miei pensieri, parole e gesti non ho, non pretendo altro, che sincerità, semplicità, verità. Talmente, sarà giudicato, dove le opere ed effetti eroici non saran creduti frutti di nessun valore, e vani; dove non è giudicata somma sapienza il credere senza discrezione; dove si distinguono le imposture de gli uomini da’ consigli divini; dove non è giudicato atto di religione e pietà sovrumana il pervertire la legge naturale; dove la studiosa contemplazione non è pazzia; dove ne l’avara possessione non consiste l’onore; in atti di gola la splendidezza, ne la moltitudine de’ servi, qualunque sieno, la riputazione, nel meglio vestire la dignità, nel più avere la grandezza, ne le maraviglie la verità, ne la malizia la prudenza, nel tradimento l’accortezza, ne la decezione la prudenza, nel fingere il saper vivere, nel furore la fortezza, ne la forza la legge, ne la tirannia la giustizia, ne la violenza il giudizio, e così si va discorrendo per tutto. Qua Giordano parla per volgare, nomina liberamente, dona il proprio nome a chi la natura dona il proprio essere; non dice vergognoso quel che fa degno la natura; non copre quel ch’ella mostra aperto; chiama il pane pane, il vino vino, il capo capo, il piede piede, ed altre parti