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76 | sotto il velame |
E poi vedrai color che son contenti
nel foco, perchè speran di venire,
quando che sia, alle beate genti.
Dove si deve considerate l’antitesi perfetta, che segna appunto, come con un marchio di parole, che questi sono gli ultimi come quelli sono i primi. Là sono disperati, qua sperano; là sono dolenti, qua sono contenti; là paiono vinti nel duolo, sebbene non siano che stimolati da vespe e mosconi, sì che del loro misero modo Dante meraviglia; qua sono contenti sebbene siano nel fuoco; là strida, là
diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche;
qua la contentezza che si dimostra col canto:1
Summae Deus clementiae nel seno
del grande ardore allora udii cantando...
e vidi spirti per la fiamma...
Son contenti nel foco: come dire cantano nel seno del grande ardore, per la fiamma.
I primi dunque che, con la scorta di Virgilio, Dante vide, invocano la morte, senza la quale non possono passare l’Acheronte. Non possono, perchè l’Acheronte non si passa che da morti, ed essi sono vivi. Vivi, sì, di cieca vita, ma vivi; non ben morti, diciamo. Ma Dante passa; dunque ben muore.
Noi profondiamo nel miro gurge; e sentiamo il freddo e la vertigine dell’abisso. Noi scendiamo nel