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56 | sotto il velame |
non ragioniam di lor ma guarda e passa;
e Dante riconosce sì tra loro alcuno, e vede e conosce1
l’ombra di colui,
che fece per viltate il gran rifiuto,
pure il nome non mette e di quelli e di questo nell’eterne sue pagine; nel limbo, al contrario, Virgilio a lungo ragiona e nomina sì quelli che furono salvati, sì quelli che restano sospesi; e Dante ricorda tanti spiriti magni, eroi e filosofi, e se si limita, dice anche perchè:
sì mi caccia il lungo tema,
che molte volte al fatto il dir vien meno.2
E Dante, in un’altra occasione, riprende il novero, e altri fa nominare ed esaltare.3 In nessuna altra contrada del suo oltremondo, nemmeno nel Paradiso, Dante ha tanti nomi quanti del limbo. Pur grande è il suo studio di farci pensare questo limbo in relazione del vestibolo, e non in sola relazione di contrasto. Quelli del nobile castello hanno bensì4
onrata nominanza
che di lor suona,
e sono onrevol gente e sono spiriti magni; mentre di quelli del vestibolo5
fama... il mondo esser non lassa;
- ↑ Inf. III 45, 51, 58 segg.
- ↑ Inf. IV 55 segg., 88 segg., 119 segg.
- ↑ Purg. XXII 97-114. Il novero è fatto da Stazio e Virgilio.
- ↑ Inf. IV 76.
- ↑ Inf. III 49.