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36 | sotto il velame |
Perchè, come il poeta fa dire a Beatrice,1
ben fiorisce negli uomini il volere;
ma la pioggia continua converte
in bozzacchioni le susine vere:
il che non altro significa, se non che libera è bensì la volontà per opera della redenzione; che il fiore c’è bensì, ma non lega, e cade senza dar frutto, come se mai non sia stato.
VII.
Dante entrò nella selva, secondo esso dice nell Comedia, tosto che Beatrice mutò vita. Ci si ritrovò,
nel mezzo del cammin di nostra vita,
dieci anni dopo. La sua sete fu decenne. Dieci anni egli cercò Beatrice dove non era. Questi anni sono una sola notte per lui, cominciata col sonno e finita col risveglio. Tuttavia, da un luogo dell’Inferno e da un altro del Purgatorio, si rileverebbe che la notte che passò con tanta pieta, fosse una delle notti nostre, da un tramonto a un’alba. Dante dice a Forese:2
- ↑ Par. XXVII 124 segg. Il passo è molto inesattamente interpretato; e si dichiarerà nel capitolo seguente. Si accosta alla buona interpretazione il da Buti: «imperò che tutti li omini vogliano lo sommo bene, e nessuno può fare che cognosciuto ch’elli l’à non lo voglia».
- ↑ Purg. XXIII 118 segg.