Pagina:Sotto il velame.djvu/53


la selva oscura 31

tissima vigilanza.1 E Dante era pien di sonno quando entrò, e assonnato vi rimase, sì che notte egli chiama quel decenne errore, che cominciò col sonno e finì con un risveglio:2

                                 Guardai in alto...

gli occhi di lui si aprono: è mattino.

In fine egli era quasi morto, nella selva che

               tanto è amara che poco è più morte.

Orbene è dottrina dei filosofi cristiani che la prudenza s’infonda col battesimo, sì che ella si trovi, secondo abito se non secondo atto, nei bambini battezzati, anche quando non hanno l’uso di ragione;3 e non si trovi nei pagani, quand’anche siano spiriti magni. Essa è il lume che mostra all’anima sensitiva ciò che è da fuggire e ciò che da seguire. Essa è il principio,4

                                          là onde si piglia
                     ragion di meritare,

e perciò non possono meritare nè i parvoli non battezzati, nè quelli, che pur innocenti di vita,5

                     non adorâr debitamente Dio,

per essere stati dinanzi al cristianesimo. Tanto questi che quelli sono morti a Dio, perchè il peccato originale, che il battesimo in essi non cancellò, è morte

  1. 2a 2ae 47, 9. Vi è portato come testo: Estote prudentes et vigilate in orationibus.
  2. Inf. I 16.
  3. Summa 2a 2ae 47, 14.
  4. Purg. XVIII 64 seg.
  5. Inf. IV 38.