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e di Scienze e di libri„.1 Studiava. Per dirla al modo simbolico che usò nella Comedia, Virgilio era andato a lui che piangeva e s’attristava in tutti i suoi pensieri. Studiava dunque. Per qual fine? Per giungere a una perfetta beatitudine la quale consisteva nel guardare gli occhi e il riso d’una donna.2 Dunque Virgilio per dirla secondo l’allegoria del Convivio, conduceva Dante a Beatrice, a una beatrice.

Ma nel Convivio non c’è Virgilio. Lo studio o amore è uno degli elementi di cui si compone la “gloriosa donna„,3 la quale è così studio o amore della sapienza, cioè Virgilio, in uno, e Beatrice. Consolarsi della sparizion di Beatrice, rivedendola, dopo una sete di dieci anni, fatta luce e sapienza, e con lei sapienza amorosamente usare, è l’argomento della Comedia. Quello del Convivio? Amorosamente usar sapienza, cioè amar la Donna Gentile, per consolarsi della morte di Beatrice. L’argomento del Convivio è lo stesso dunque che quel del Poema, e si vede, che se non fosse stato interrotto, questo comento alle canzoni sarebbe stata una perfetta imbandigione di sapere,4 qual fu la Comedia in cui la parola di Dante aveva a lasciare “vital nutrimento„.5 L’argomento, lo stesso; le dottrine, uguali, eccetto che in menomi particolari; il fine, simile; il mezzo, identico: il volgare “da’ letterati e da’ non letterati inteso„.6

È dunque il Convivio ciò che nell’ultima carta della Vita Nuova si promette. C’è solo un divario: il Convivio non è nella forma di visione.

E non essendo una visione, poichè la visione aveva

  1. Conv. II 13.
  2. Conv. III 15.
  3. ib.
  4. Conv. II 13.
  5. Par. XVII 131.
  6. Conv. I 7.