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la potea immaginare in atto alcuno, se non misericordioso...„.1 Ebbene? Leggiamo ancora: “appresso lo trapassamento di quella Beatrice beata, che vive in cielo con gli Angeli e in terra colla mia anima... quella gentil donna, di cui feci menzione nella fine della Vita Nuova, apparve primamente accompagnata d’Amore agli occhi miei, e prese alcuno luogo nella mia mente. E siccom’è ragionato per me nello allegato libello, più da sua gentilezza che da mia elezione, venne ch’io ad essere suo consentissi; chè passionata di tanta misericordia si dimostrava sopra la mia vedova vita, che gli spiriti degli occhi miei a lei si fero massimamente amici; e così fatti dentro lei, poi fero tale, che ’l mio beneplacito fu contento a disposarsi a quella immagine. Ma... convenne, prima che questo nuovo amore fosse perfetto, molta battaglia intra ’l pensiero del suo nutrimento e quello che gli era contrario, il quale per quella gloriosa Beatrice tenea ancor la rocca della mia mente„.2 Ebbene? ebbene?

È indubitabile che Dante modifica accortamente il racconto della donna gentile, quale è nella Vita Nuova, trasfigurando quella donna gentile compassionevole nella sposa e suora e figlia dell’Imperatore del cielo. Egli, accortamente, insiste sulla sua “misericordia„, e batte su quel generarsi dell’amore “più per gentilezza di lei che per elezione di lui„. Le quali due particolarità spero che faranno consentire i più in ciò che la donna gentile del Convivio sia “immagine„ di Maria, come raffigura la Filosofia. In vero in Maria è misericordia per eccel-

  1. Conv. II 13.
  2. Conv. II 2.