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24 | sotto il velame |
al prologo dell’Etica, conoscere l’ordine d’una cosa ad altra, è proprio atto di ragione; e questa è discrezione„. Chi questo ordine non conosce, è come pargolo; chè essi “non conoscono le cose se non semplicemente di fuori, e la loro bontade, la quale a debito fine è ordinata, non veggiono„.1 Chi manca di discrezione, vive, a guisa di pargoli, “secondo senso e non secondo ragione„, vive come se avesse la sola potenza sensitiva dell’anima. Nell’adolescenza, così è: quel bello ramo non è ancora sorto o almeno non è ancora fiorito. Dante esprime questo pensiero qua e là: due luoghi già riportai, e in tutti e due si ricorre all’imagine del traviare. Leggiamo:
Se il mondo presente disvia,
in voi è la cagione
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Esce di mano a lui, che la vagheggia
prima che sia, a guisa di fanciulla
che piangendo e ridendo pargoleggia,
l’anima semplicetta che sa nulla,
salvo che, mossa da lieto fattore,
volentier torna a ciò che la trastulla.
Di picciol bene in pria sente sapore;
quivi s’inganna, e retro ad esso corre,
se guida o fren non torce suo amore.
Onde convenne legge per fren porre;
convenne rege aver, che discernesse
della vera cittade almen la torre.2
Ricordiamo ora qui che nel de Monarchia lo imperatore è dichiarato necessario, perchè “le vo-
- ↑ Vedi sopra.
- ↑ Purg. XVI 82.