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434 | sotto il velame |
II.
La Comedia di Dante ha questo argomento, quale è esposto nel prologo di tutto il Poema Sacro. Tre bestie, e specialmente l’ultima, impediscono a Dante il corto andare del bel monte; cioè la vita attiva. Virgilio, mosso da Beatrice che è pregata da Lucia che è mandata da una Donna Gentile, propone a lui un “altro viaggio„, che è, prima, dell’attività dispositiva alla contemplazione, e poi della contemplazione, se la volontà purificata dall’ultimo fuoco sarà da sè disposta.1 È dunque il dramma della vita attiva e contemplativa. Le quali sono dai mistici raffigurate in modo diverse. Nel Convivio Dante prende, a raffigurarle, le due persone evangeliche di Marta e Maria; nella Comedia, quelle bibliche di Rachele e Lia. In vero dopo la purificazione nel fuoco, egli vede Lia che si guarda allo specchio, e Matelda che ha gli occhi, non più deboli, ma luminosi. Beatrice, d’occhi incomparabilmente vivi, poichè con la vista di essi ella lo alzerà di spera in spera, Beatrice siede con l’antica Rachele.2 Ebbene ecco una esposizione delle vicende di Lia e Rachele intese misticamente.3 Le due mogli libere di Giacobbe significano il nuovo testamento dal quale siamo stati chiamati in libertà.4 Nè sono due a caso.
- ↑ Inf. I 151: Alle quai poi se tu vorrai salire.
- ↑ Inf. II 102, Par. XXXII 8 seg.
- ↑ Aur. Aug. Contra Faustum XXII 52-58. Riassumo, e qua e là cito testualmente tra virgolette.
- ↑ Dante da servo va a libertà: Purg. I 71, XXVII 140 segg. E specialmente Par. XXXI 85: Tu m’hai di servo tratto a libertade; esclama Dante ver Beatrice.