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I.


Il lettore che mi ha seguito, domanderà: “L’altro viaggio è il cammino di Dio o della vita contemplativa, e il corto andare del bel monte è quello del mondo e della vita attiva. Bene. La vita attiva consiste nell’esercizio delle quattro virtù cardinali; ed è impedita da tre disposizioni cattive, equivalenti a incontinenza, di concupiscibile e d’irascibile, a violenza o bestialità, a frode; raffigurate nella lonza, nel leone, nella lupa. Bene. La lupa che assomma quelle disposizioni e in cui spariscono le altre due bestie, toglie a Dante il corto andare del monte. Per l’altro viaggio, Dante scende e poi sale; scende sino a trovare colui che assomma nelle sue tre faccie le tre male disposizioni, scende in basso loco, scende ove il sol tace, scende ov’egli rimane gelato e fioco. Esercita scendendo quelle quattro virtù; aiutato, sia pure, da sette spiriti, che alle quattro virtù pagane cristianamente equivalgono. E sale. Sale sulla cima d’un bel monte. Ivi è Beatrice, e, si intuisce, l’innocenza e la felicità. Salendo, purga le caligini, le schiume, le macchie di quelle medesime tre disposizioni, con quelle medesime quattro virtù, aiutato,