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cuni sono detti uomini divini„. Ora colui che condusse l’aquila secondo il corso del cielo e che fu eletto nell’empireo cielo per padre di Roma e dell’impero, era certo mosso da Dio.1 E dallo Spirito Santo aveva dunque quella virtù eroica o divina; chè Dio è Spirito in quanto muove e spinge la volontà.2

E anche Virgilio è mosso da Dio, quando viene a soccorrere Dante, e vince la peritanza di lui con manifestargli appunto3

                       che tai tre donne benedette
               curan di lui nella corte del cielo.

Ora mi piace di riferir qui un tratto d’una guerra spirituale, che, per certo, solo nell’essere guerra, come quella di Dante, la qual fu del cammino e della pietà, assomiglia alla mirabile visione.4 L’uomo, il figliuol prodigo, Absalon, il giovane ardente e inesperto, è fatto prigione dai guerrieri di Babilonia. David manda a liberarlo un de’ suoi, “il timore„, e col timore manda “la obbedienza„. Ed ecco “il timore viene e rialza il misero e lo toglie dalla prigionia e dalle catene... L’obbedienza guidando il soldato di Cristo per altra via lo ricondusse alla sua terra; e prima lo fece sostare presso la pietà, affinchè la pietà del padre che lo richiamava ristorasse il suo animo, cui il timore aveva esacerbato; poi presso la scienza, perchè sapesse donde veniva e dove tornava, e sapesse usare sì la pietà e sì il timore, che la pietà non lo sollevasse e il

  1. Par. VI 3, Inf. III 20 seg.
  2. Summa 1a 36, 1.
  3. Inf. II 124 seg.
  4. D. Bern. de pugna spirit. III.