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404 sotto il velame


               ch’io ho veduto tutto il verno prima
               il prun mostrarsi rigido e feroce,
               poscia portar la rosa in su la cima;
               
               e legno vidi già dritto e veloce
               correr lo mar per tutto suo cammino,
               perire al fine all’entrar della foce.
               
               Non creda donna Berta o ser Martino...

Come non istupire della coincidenza con tutto quel ricredersi della cornice della gola? Ora il ricredersi è per il dono dell’intelletto, che guida la ragione speculativa a rettamente giudicare. Ma nella spera di Marte Cacciaguida descrive il tempo in cui Fiorenza “si stava in pace sobria e pudica„ e nessuna dismisura, che già per sè è ingiusta, e peggio diventa, la offendeva.1 E come il martirio per la croce è l’opposto dell’amor di cosa che non duri, e perciò questa spera è il contrario del cerchio e della cornice dell’avarizia, e perciò quivi sono maledetti coloro che cambiano e mercano;2 così è qui e là è sottinteso quel dono del consiglio, che guida la ragion pratica a giudicar bene delle cose terrene, governate da tale il cui giudizio è occulto. E qui Dante chiede e ha dal suo avolo il grande “consiglio„.3

E il dono della fortezza è nella giovial facella, in cui è quella gioia, quella consolazione, che è data in premio a coloro qui lugent. Qui tutto è letizia. I beati sono come augelli “congratulando a lor pasture„, e a forma d’uccello si dispongono, e questo uccello fa tali movimenti,4

  1. Par. XV 97 segg. 105.
  2. Par. XV 11, XVI 61.
  3. Par. XVII 104.
  4. Par. XVIII 74, XIX 34 seg. 92 seg. 73 seg.