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l'altro viaggio | 401 |
Ma l’uno è un pianeta macchiato, e l’altra è una stella “che si vela ai mortal con altrui raggi„.1 Solo in Venere le anime sono come faville in fiamma, e luce in luce.2 Molti qui sono gli accenni al vedere e antivedere e discernere e mostrare verità, sino a quel verso:3
Dio vede tutto, e il tuo veder s’inluia
che è la propria definizione della sapienza. Ora non deve sfuggire ad alcuno che questo splendore cresciuto è in rapporto con l’amore — non folle — che raggia di quella stella;4 e che la visione è concessa al cuore che si monda attraverso il fuoco, laggiù nella somma cornice. Non è qui il dono della sapienza? Qui Carlo Martello dice a Dante:5
S’io posso
mostrarti un vero, a quel che tu domandi
terrai il viso come tieni il dosso.
E così lo mostra. E qui Dante fa prova di riflettere ciò che pensa in uno di quegli spiriti.6 Ma sale ancora. Egli si volge al lettore che invita a levar la vista:7
Or ti riman, lettor, sopra il tuo banco,
retro pensando a ciò che si preliba,
s’esser vuoi lieto assai prima che stanco.
Messo t’ho innanzi; omai per te ti ciba...
- ↑ Par. XI 29.
- ↑ Par. VIII 16, 19.
- ↑ Par. VIII 25, 53, 76, 88, 90, 91, 95, 112, IX 21 etc. IX 73.
- ↑ Par. VIII 2 seg.
- ↑ Par. VIII 94 segg. IX 2.
- ↑ Par. IX 20 seg.
- ↑ Par. X 7, 25.
Sotto il velame | 26 |