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l'altro viaggio 397

dei pericoli, quali erano quelli che fecero sostare nella lor via gli Ebrei di Moisè e le donne di Enea.1 E la pietà si può dir tutt’uno con la misericordia e con la carità; ed è inutile insistere che alla beatitudine dei misericordi corrisponde il dono della pietà. E tuttavia giova ricordare che gl’invidi sono figurati come orbi mendicanti; in atto di sollecitare “pietà„, e che Dante fu punto per compassione di loro, e munto di grave dolore.2

E come in questa cornice domina la pietà, così nell’altra più bassa, il timore. “Il timore preme la mente„ dice S. Gregorio;3 e Dante si volge ai superbi dicendo:

               di che l’animo vostro in alto galla?

E ammonisce di chinare il viso. E parlando di quella pena, dice:4

               Troppa è più la paura ond’è sospesa
               l’anima mia, del tormento di sotto,
               che già l’incarco di laggiù mi pesa.

E in essa si volge al lettore:5

               Non vo’ però, lettor, che tu ti smaghi
               di buon proponimento per udire
               come Dio vuol che il debito si paghi.
               
               Non attender la forma del martìre:
               pensa la succession; pensa che, al peggio,
               oltre la gran sentenza non può ire.

  1. Summa 1a 2ae 68, 4.
  2. Purg. XIII 64, 54, 57.
  3. In Summa 1a 2ae 68, 6.
  4. Purg. XIII 136 segg.
  5. Purg. X 106 segg.