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l'altro viaggio 361


                                              la grave condizione
               di lor tormento a terra li rannicchia,

sì che non paion persone; sono sotto il peso di sassi, e piangono e sembrano dire: Più non posso. E gli altri? Con due parole Dante interpreta la pena degli altri, quando fa dir di Lucifero:1

               Principio del cader fu il maledetto
               superbir di colui che tu vedesti
               da tutti i pesi del mondo costretto.

Basta questo, senza ricordare come i traditori siano rannicchiati tra il gelo, quali i superbi al marmo candido; come quelli e questi piangano continuamente.

I frodolenti sono certo rei d’invidia, e i traditori, di superbia. Lucifero è il simbolo di questo peccato, come Gerione di quello. Si può dire: Lucifero è il peccato in generale! Ma si può soggiungere: E Gerione? Ma si può replicare: E sia il peccato in generale: qual è il peccato in generale, se non la superbia? È la superbia, o l’aversio da Dio. E l’aversio predomina nei tre peccati spirituali. Or come i tre peccati che sono dentro la città roggia e sono sotto la dizione particolare di Dite, non sono quei tre peccati? Sono; e perciò si chiamano, per essere i tre peccati d’aversione, superbia tutti e tre in certo modo. Superbia invero è l’ira di Capaneo, superbia l’invidia di Vanni Fucci, come superbia quella di Giuda.

Oh! e come? Che cosa è la superbia? È un op-

  1. Par. XIX 55 segg,