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da quella tutti i giorni della tua vita! Spine e triboli ella a te germinerà, e mangerai l’erbe della terra! Nel sudore del tuo volto ti ciberai del tuo pane, finchè tornerai nella terra dalla quale fosti preso; perchè polvere sei e in polvere tornerai!„. Ecco dunque il precetto di bontà divenire intimazione di pena: ecco che per il fatto di dovere operare ogni uomo è nella condizione di Capaneo: di punito. Ed ecco che gli usurieri ricusando di operare e di mangiar nelle fatiche e di cibarsi nel sudore del lor volto, sono ribelli, per così dire, a Dio, come Capaneo. E ciò è tanto più evidente, in quanto Capaneo si ribella stolidamente a una pena che è proprio compresa in quella maledizione: “tornerai nella terra dalla quale fosti preso!„ Oh! Capaneo è sotterra, negli abissi, ed esclama “qual fui vivo tal son morto„. Ma questo dispetto è le sua pena maggiore. Sei morto, o Capaneo! Sotterra sei!

E come gli usurieri, sono nella condizione di puniti anche i peccatori di Soddoma. Oltre quel precetto di operare, dalla bontà di Dio l’uomo ne aveva avuto un altro: questo: “Crescete e moltiplicate e riempite la terra e sommettetela e dominate...„ Ciò disse il Signore, dopo aver creato l’uomo a imagine e somiglianza sua, a imagine di Dio, e averli creati maschio e femmina; e nel benedirli. Ora questo precetto di bontà diventò intimazione di pena. “Moltiplicherò le tue doglie e i tuoi concepimenti: nel dolore partorirai i figli...„. Ed è pena la libidine nella quale si genera; libidine che non ci sarebbe stata, se non ci fosse stata la colpa. Solo la procreazione dei figli appartiene alla gloria del connubio e non