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stolidamente, per altre vie; ma sia. E allora di costoro, usurieri e sodomiti, la forza in che assomiglia a quella dei predoni e dei tiranni? Non si trova, mi pare, un sostrato uguale a tutte queste diverse reità; se non si dice che ira è il peccato di tutti, tiranni, suicidi, sodomiti, usurieri.

Dante dichiara la propria ragione di Caorsa, facendo dire a Virgilio:1

               Da queste due,

cioè dalla natura accomodata da Dio alle necessità umane, e dall’arte degli uomini stessi,

               Da queste due, se tu ti rechi a mente
               lo Genesi dal principio, conviene
               prender sua vita ed avanzar la gente.
               
               E perchè l’usuriere altra via tiene,
               per sè natura, e per la sua seguace
               dispregia; perchè in altro pon la spene.

Ora dispregiare la natura in sè e nell’arte è dispregiare Dio, perchè la natura prende il suo corso dall’intelletto e dall’arte di Dio; è come dispregiare Dio naturante e artefice.

Invero2

               puossi far forza nella Deitade
               col cor negando e bestemmiando quella
               e spregiando natura e sua bontade;
               
               e però lo minor giron suggella
               del segno suo e Soddoma e Caorsa
               e chi spregiando Dio col cor favella.

  1. Inf. XI 106 seg.
  2. ib. 46 segg.