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l’altro viaggio 339

l’antipurgatorio, prima quella che risponde all’ignoranza originale e attuale nella proporzione in cui sta uno scomunicato pentito a un miscredente e a un non battezzato, seconda quella che risponde all’infermità o negligenza o viltà attuale nella proporzione in cui un Belacqua e anche un principe negligente sta a un non mai vivo che corre e a un re che grufola. Or è caso ed è scorso di penna quell’ordine delle parole nella definizione dell’accidia che si purga nella quarta cornice?

               Se lento amore a lui veder vi tira
               o a lui acquistar...

Primo è nominato il lento amore a vedere: quello degli scomunicati; secondo, il lento amore ad acquistare: quello di Belacqua, di Buonconte, di Nin gentile. E l’accidia della quarta cornice è negligenza, tepidezza, indugio. Nel purgatorio dunque è un antipurgatorio e una quarta cornice che contengono il primo una ignoranza e una infermità, la seconda una negligenza e un indugio a vedere ed acquistare il bene, corrispondenti all’ignoranza e difficoltà originali, all’ignoranza e infermità attuali; ma in ordine inverso.

E conclude che il peccato dello Stige e quello d’oltre Stige è proprio il peccato d’accidia in acquistare, di qua, in vedere, di là, il bene.