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332 | sotto il velame |
E qual fiamma ne è sorta? Violenza, frode e tradimento: la malizia o l’ingiustizia, per dirla in una parola; chè questa parola echeggia in quel contrapposto:1
giusti son due, ma non vi sono intesi.
E con ciò non si dice che Ciacco abbia fatto tradimento uguale a superbia, frode a invidia. Dove sarebbe la violenza, che pure è detta dominare in Firenze?2
Dopo lunga tenzone
verranno al sangue, e la parte selvaggia
caccerà l’altra con molta offensione:
E dominare con la frode:3
Poi appresso convien che questa caggia
infra tre soli; e che l’altra sormonti
con la forza di tal che testè piaggia:
come dicesse, con la violenza d’un fraudolento. Dove sarebbe la violenza? E c’è, se noi prendiamo quei tre nomi quali non di peccati, ma di faville o semi di peccati. Avarizia è desiderio di beni temporali; invidia ha in più il timore di perdere il proprio e perciò quel sempliee desiderio del proprio si muta in desiderio che altri non abbia; superbia ha in più la speranza d’eccellenza, cioè di vincere ognuno al paragone; e perciò ha ancora il desiderio di sopprimere gli altri. E chi non vede che quest’ultima favilla può dare l’incendio della violenza? E di più: come non può essere originata la frode da questa